Interviste d’Autore – Davide Marsicano

Quali sono i suoi punti di riferimento letterari? Quali autori l’hanno più influenzata a livello stilistico e perché?

“Da un’ottica prevalentemente stilistica, ritengo di esser stato molto influenzato dalla musicalità del D’Annunzio, ma, senza dubbio, egli non è uno dei miei punti di riferimento letterari. Un mio grandissimo idolo è sempre stato Leopardi, a me molto caro sia per tematiche sia per vita esistenziale, poiché fu probabilmente il primo poeta grazie al quale provai per la prima volta un sentimento di ispirazione poetica, talché fui indotto a intraprendere questa particolare disciplina artistica. Sennonché i veri punti di riferimento letterari non sono di lingua italiana: ho sempre ammirato la musicalità dei versi greci e latini, prodotti mediante la padronanza metrica dei poeti; questa stessa musicalità l’ho riscontrata in poeti ed autori di lingua slava, in particolare nel polacco e nel russo: Szymborska, Kochanowski, Achmatova, Blok, Tjutčev, Leśmian, Brodskij, solo per citarne alcuni; anche lo stile prosastico di molti romanzieri, quali Gogol’, Dostoevskij, Reymont o Gončarov, ha rivestito, sinora, un ruolo determinante sulla produzione mentale di immagini poetiche. Senz’altro, la possibilità di leggerli in lingua originale è stato determinante. Tuttavia, tra le arti che ritengo di maggiore influenza vi è sicuramente la musica: l’aver studiato compositori come Chopin, Mahler, Debussy, Satie, Ravel o Stravinskij ha sicuramente rivelato a me stesso nuovi modi per interpretare la realtà; ciò riverbera anche nella musica più contemporanea che amo ascoltare, come l’elettronica (krautrock, ambient, progressive house), il grunge, il post-punk e il rock in generale: qui, oltre all’abilità musicale, ho sempre riscontrato una beltà dei testi composti, nei quali, per tematiche e immagini, mi sono sempre rivisto.”

Quale tra le poesie della raccolta sente più cara o rispecchia maggiormente il suo sé poetico e perché?

“Con tutta onestà, non saprei dire quale sia la poesia a me più cara o che rispecchi di più il mio stile poetico. Sicuramente nella poesia “Tra le stelle” rivedo molto me stesso, in quanto l’immagine che mi era scaturita affronta la percezione del proprio ego poetico visto dall’esterno; ma, così come per tutti gli altri componimenti, la mia idea è quella proporre immagini che ognuno possa interpretare in base alle proprie esperienza di vita, alle proprie visioni o ai propri sentimenti: dal momento che ognuno di noi ha caratteri e temperamenti differenti, e immaginari culturali differenti, nessuno potrà mai interpretare la medesima cosa, ma chiunque, dalla medesima cosa, proverà sempre un qualcosa di valido per sé stesso.”

I termini che sceglie di utilizzare nelle sue poesie sono ricercati e studiati oppure sono frutto dell’ispirazione del momento?

“Nell’utilizzo dei termini, compio spesso una gran lavoro di selezione, il cosiddetto labor limae, questo perché mi permette di selezionare i termini più adatti sia musicalmente sia lessicalmente. Tuttavia, talvolta alcuni versi scritti di primo pugno, pur essendo frutto dell’ispirazione del momento, risultano pressoché “perfetti”, ma ritengo che sia doveroso compiere un’analisi di quanto scritto onde indurre al testo tutti gli eventuali miglioramenti.”

Qual è il sentimento che la spinge a scrivere poesie? Sente che la aiuta ad affrontare meglio i sentimenti e la vita quotidiana?

“Di sovente si tratta, per quanto mi riguarda, di sentimenti quali mestizia, euforia, ansia o stress, ma non è raro che il tutto scaturisca da immagini naturali, artistiche o mentali. È sicuramente una valvola di sfogo non indifferente, che permette di esprimermi nella maniera più naturale possibile.”

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