Intervista d’Autore: Smeralda Nunnari

Quali sono i suoi punti di riferimento letterari? Quali autori l’hanno più influenzata a livello stilistico e perché?

Sin dall’infanzia, il mio passatempo preferito è stato, sempre, leggere! All’inizio… racconti e favole, da Charles Perrault ad Antoine de Saint-Exupéry. Successivamente… negli anni scolastici, i miei autori preferiti sono stati (in ordine di scoperta): Pascoli, Carducci, D’Annunzio, Montale, Quasimodo, Ungaretti e, indubbiamente, tra le mie guide: Leopardi, Manzoni e Dante! Ma, ad avvincermi è stato il mondo greco, che attraverso l’arte è riuscito a sopportare il carattere terrificante dell’esistenza. Fondamentale è stata la lettura della Poetica di Aristotele, fino alla Nascita della Tragedia di Friedrich Nietzsche, dove lo sviluppo dell’arte viene legato alla dicotomia tra apollineo e dionisiaco, in perenne contrasto e riconciliazione. Non riesco a trovare chi, effettivamente, mi ha influenzato a livello stilistico… Sento, però, di dover dire grazie a ciascun lieber Meister, per me prezioso punto di riferimento!

Quale tra le poesie della raccolta sente più cara o rispecchia maggiormente il suo sé poetico e perché?

Tra le mie numerose composizioni sento, in questo momento, particolarmente cara: Il meglio di te, un’esortazione a dare in ogni circostanza, favorevole e non, il meglio di sé! Ma, la mia anima e il mio “io poetico” si rispecchiano nella poesia: Schizzi d’inchiostro. Qui, ogni singola parola può uccidere, annientare, distruggere o costruire, creare e salvare!

I termini che sceglie di utilizzare nelle sue poesie sono ricercati e studiati oppure sono frutto dell’ispirazione del momento?

La maggior parte dei termini scelti nelle mie poesie sono frutto dell’ispirazione del momento. Ma non è sempre così! Alcuni termini sono particolarmente ricercati e studiati, direi, addirittura che, spesso, mi capita di tormentare le parole, fino a trovare quella che riesce a esprimere totalmente i miei sentimenti, le mie emozioni e i miei stati d’animo.

Qual è il sentimento che la spinge a scrivere poesie? Sente che la aiuta ad affrontare meglio i sentimenti e la vita quotidiana?

Quasi tutte le mie poesie sono ispirate dalla musica e, soprattutto, dal pianoforte. Ma, alcune, nascono da momenti particolari, dalla realtà di ogni giorno. E sento che, scrivere, certamente, mi aiuta ad affrontare e, quindi, superare dei momenti di sconforto, tra gli alti e i bassi della vita. E, spero, possano rivelarsi strumenti d’aiuto, di conforto, di catarsi o, addirittura, salvifici, anche, per i miei lettori.

Qual è il sentimento o il messaggio che desidera trasmettere al lettore attraverso le sue poesie?

Il mio obiettivo è quello di consegnare al lettore, attraverso le mie poesie, un messaggio morale, un incitamento a non soccombere di fronte alle avversità, alle ingiustizie. Avere, sempre, fiducia in sé stessi e, soprattutto, fede in un Deus absconditus.

Quanto e in che modo la sua vita privata, gli studi intrapresi e il suo lavoro influenzano la sua poetica?

La mia vita privata, i miei studi intrapresi e le mie attività hanno influenzato e influenzano la mia poetica. Infatti, molte mie poesie scaturiscono da momenti reali, positivi o negativi, offerti dalla vita. Alcune sono frutto dei miei studi classici, altre di quelli musicali e, quindi, legati al pianoforte. E, qualcuna in particolar modo, è legata, anche, ai miei studi giuridici.

La poesia di incipit presente in questa collana possiamo ritenerla un manifesto della sua poetica? Perché ha ritenuto importante che fosse la prima?

La poesia di incipit della collana “I Poeti di Ponte Vecchio” è La voce del vento che, tra i meandri dell’universo, riesce a raccontare l’anima, i suoi segreti, la vita, la storia, l’amore. Mentre, Il mare, infinita musica dà il la, all’altra Collana: “I Poeti di Via Margutta”, narrando la sua storia infinita, i suoi misteri con i suoi ineguagliabili spartiti: specchio dell’anima calma, agitata, tempestosa.
Sì, entrambe le poesie possono essere considerate, insieme, un manifesto della mia poetica, perché il vento dà voce alla parola, alla poesia; invece il mare al suono, alla musica. Unità di parola e suono, quindi, unità delle arti. E, attraverso la parola, il suono e l’azione (Wort-Ton-Drama) trova quiete ogni dramma umano.

Quali sono i suoi progetti futuri come scrittore? Attualmente sta scrivendo?

Certamente, non smetto mai di scrivere! Dedico, sempre, parte del mio tempo alla poesia. Ho molti progetti futuri, come scrittrice. Nel limbo delle mie idee c’è, anche, un romanzo e un trattato politico-sociale.

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