«Scrivo raccontandomi, quindi tutto ciò che ho vissuto ha influenzato i miei versi.»
Quali sono i suoi punti di riferimento letterari? Quali autori l’hanno più influenzata a livello stilistico e perché?
Fin dalle scuole medie, metà anni ’60, ho sempre amato il Leopardi e mi perdevo letteralmente nei suoi versi. Poi ho cominciato ad apprezzare Ungaretti, Montale, Foscolo, Pozzi, Merini e tanti altri famosi e non. Credo che tutti questi autori mi abbiano influenzata positivamente, specialmente quando ho scoperto in Ungaretti e Montale, la libertà della poesia senza punteggiatura. Trovo che non fermare la lettura con le virgole, punti e virgola etc. dia ampio respiro concedendo a chi legge la possibilità di scegliere dove soffermarsi o stare in silenzio ed interpretare, quindi, la poesia in una modalità più personale.
Quale tra le poesie della raccolta sente più cara o rispecchia maggiormente il suo sé poetico e perché?
“Di angoli è fatto il mio cuore” è la poesia che riesce a rendere meglio ciò che accade in me. Non è un caso che io l’abbia composta dopo qualche anno che ho ripreso a scrivere ed ho così preso maggiore consapevolezza dei miei sentimenti. Gli angoli fanno parte del mio essere, accolgono le persone a me care, diverse tra loro anche se solo con piccole sfumature. Gli angoli li adoro anche nell’arredamento perché riescono a rendere un ambiente molto più accogliente.
I termini che sceglie di utilizzare nelle sue poesie sono ricercati e studiati oppure sono frutto dell’ispirazione del momento?
Non li definirei “termini” ma “parole” ricche di contenuti, vissute. Le parole che io utilizzo mi sorgono spontanee. È una piccola magia che scaturisce da un pensiero inaspettato che mi coglie mentre osservo qualcosa o qualcuno; una parola, sempre legata ad una emozione, che mi balena nella mente e mi segue, qualsiasi azione io svolga, e da lì segue poi tutto il resto, anche la ricerca di una sonorità giusta per me. Le parole mi scelgono, non sono io a cercarle.
Qual è il sentimento che la spinge a scrivere poesie? Sente che la aiuta ad affrontare meglio i sentimenti e la vita quotidiana?
I sentimenti sono vari, per le poesie che riguardano il passato, spesso, è la tristezza. Per le poesie, invece, che riguardano il presente, la sorpresa mi fa scoprire molte situazioni prima sconosciute, degne di essere raccontate. Nello scrivere ho messo in ordine i miei ricordi, belli e brutti e questo mi è servito a fare pace con le mie tristezze e le mie ombre.
Qual è il sentimento o il messaggio che desidera trasmettere al lettore attraverso le sue poesie?
Io scrivo per raccontarmi e mettermi a nudo, non ci penso mai a ciò che potrei trasmettere perché, almeno credo, i sentimenti o i messaggi, nascono anche come interpretazione di chi legge. Una poesia può diventare diversa rispetto a ciò io avrei voluto.
La poesia di incipit presente in questa collana possiamo ritenerla un manifesto della sua poetica? Perché ha ritenuto importante che fosse la prima?
“Chiara è la luce” mi piace molto. È una poesia molto positiva ed è nata di getto, osservando la luce e sentendo i profumi, dopo la pioggia. Non guarda al passato, ma anche se si nutre di esso, si volge al presente, pieno delle bellezze semplici della natura. Ho pensato che potesse essere un buon inizio.
Quali sono i suoi progetti futuri come scrittore? Attualmente sta scrivendo?
Sì, sto scrivendo e non potrei farne a meno, anche se la quantità di scritti è determinata da molte circostanze. Spero di continuare ancora a condividere con gli altri queste mie emozioni, così da scoprire quali sensazioni susciteranno, perché i miei componimenti non fanno più parte del diario segreto, chiuso a chiave in un cassetto, dell’adolescente di una vita fa.