Bazart Special Edition – Lillo

Se dovesse descrivere in una sola parola la sua produzione pittorica, quale sarebbe e perché?

“La parola è senza dubbio “ritemprante”. Semplicemente perché ogni volta che lavoro a un’opera sento che mi rilasso particolarmente. Se poi questa quando è ultimata riesce minimamente come l’ho visualizzata nella mia mente, allora si crea una sorta di appagamento che oltre a rilassarmi mi fa sentire meglio, ritemprato appunto.”

Qual è la sua tecnica preferita? Acquerello, matita, acrilico…

“La mia tecnica preferita è senza dubbio l’acquerello. Con un minimo di china per i contorni. Mi piace anche la matita e non disdegno l’acrilico.”

Quanto la sua formazione e il suo mestiere hanno influito nella sua produzione artistica?

“La mia formazione artistica è stata molto da autodidatta e spinta dalla curiosità di provare, vedere e riprodurre. La difficoltà di portare sul foglio l’idea che si ha in testa e che sia almeno un po’ vicino a come la si è pensata, mi ha portato, anche se in età più adulta, a fare un percorso di studi che mi ha aiutato a superare pian piano questa difficoltà. Se per lavoro intendiamo quello che mi tocca fare per vivere, beh anche quello ha influito, per il fatto che, ovviamente, non è un lavoro che adoro particolarmente, quindi è una grande fonte di stimolo a ritemprarsi tutte le volte che posso!

Tra queste opere quale sente che la rappresenta al meglio e perché?

“Tra le quattro opere dell’ultima esposizione “Bazart” credo che quella che più mi rappresenta è “Pierrocchio”. Il perché sta nel fatto che racchiude un po’ di cose che mi stimolano. A partire, banalmente, da quanto mi piacciono gli occhi in generale, sia a livello prettamente anatomico fino ad arrivare a ciò che possono significare e a ciò che uno sguardo può contenere ed esprimere. A questo si aggiunge il piacere che mi dà il realismo, lo sforzo che ci vuole nel disegno per cercare di riprodurre la realtà così come la si vede. Per non dimenticare il piacerei di giocare con le parole e i concetti, mischiare le cose, invertirle, giocarci quanto più possibile, divertirmi e far divertire o comunque stimolare un pensiero a chi guarda quello che ho fatto.”

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