Da cosa deriva la scelta di abbinare testi in versi a testi in prosa?
“Questa è stata una scelta istintiva, di pancia. Le poesie si possono considerare le illustrazioni dei racconti. Ma anche l’atmosfera, lo sfondo. Convogliano emozioni, invitano, spero, a continuare nella lettura.”
Se dovesse descrivere in un solo termine la sua poetica quale utilizzerebbe e per quale motivo?
“Domanda difficile… Forse: PORGERE PAROLE.
Porgere è un verbo gentile, attento, delicato. Le parole che si porgono sono dette a bassa voce, con dolcezza e semplicità.”
L’intento di rendere universale e straordinario un qualcosa di intimo, personale e ordinario è un’impresa non da poco. Quale è il messaggio che vorrebbe passare con la sua opera?
“Penso che ciascun lettore possa trovare nel libro qualcosa in cui riconoscersi. Le storie di “Cari tutti” sono molto diverse fra loro, un po’ come succede nella vita. Ci sono gli affetti, ma anche le tracce delle persone che ho incontrato. Ricordi, anche molto lontani. Sarebbe bello che questo libro riportasse il lettore ai propri ricordi, a confrontarsi con le sue personali storie. Con indulgenza e con una buona dose di ironia.”
Qual è il momento che predilige per scrivere? Prende mai appunti per poi rivederli in fase di produzione, visto i numerosi riferimenti a fatti quotidiani presenti nei suoi testi?
“Mi piace scrivere nel pomeriggio: l’ora della siesta mi concilia i pensieri. Di fatto scrivo nel tempo che riesco a ritagliarmi nella giornata. Basta che ci sia silenzio. Non prendo appunti, scrivere mi coinvolge molto, gli argomenti mi stanno a cuore dunque è naturale ricordarli.