L’amore per la scrittura poetica è nato da un evento scatenante oppure è stato un percorso naturale e maturato nel tempo?
“L’amore per la poesia in me non ha mai avuto un evento scatenante. Lei è stata sempre con me anche in tenera età, ho sempre preferito scrivere al parlare! Venendo da una famiglia dove lo scrivere era molto presente, mio nonno era un affermato poeta, sicuramente questo mi ha reso più facile l’inserimento in questo mondo anche se ho sempre pensato che il mio scrivere fosse un rifugio dall’esterno, una sorta di porto sicuro dove trovar risposte che nel reale non avevo. Col crescere è cambiato il mio scrivere, è cambiato il modo, ma l’intento no… comunicar con le parole è sempre stato ciò che voglio, comunicare con esse, giocarci, esprimere il mio pensiero… delle volte a voce non è sempre facile!”
Similitudini, descrizioni, atmosfere… la natura ha un ruolo importante nella sua poetica. In che modo le ambientazioni naturali influenzano la sua arte e perché le sono così d’ispirazione?
“Le ambientazioni naturali sono un elemento dominante e soprattutto d’ispirazione perché il mio scrivere nasce proprio da lì. Vivendo la mia infanzia, ma anche il susseguire, in campagna a stretto contatto con la natura ha fatto sì che essa influenzasse la mia scrittura. Mi è sempre piaciuto pensare che lei ci modelli, ci formi, ci aiuti… tutto ciò che ci circonda lo dobbiamo a Lei. Sono istintivo non mi porgo una data per scrivere ed è per questo che la natura mi dà ispirazione, un avvenimento, un colore, un tramonto, un “andi-rivieni” di nuvole, tutto può esser buono per catapultarmi sul foglio bianco!”
Leggendo le sue poesie si coglie l’idea che per lei la poesia sia guarigione, salvezza, redenzione… è veramente così? Questo è il ruolo che assolve la poesia nella sua vita?
“Scrivere mi ha aiutato molto e mi aiuta tutt’ora… mi è sempre stato più facile scrivere che parlare. Rifugiarsi nelle lettere è un bene, “scappi” da quell’effetto di instabile galleggiamento mentale che si prova, è come trovar un approdo sicuro dalle onde di burrasca! Non so se questo può essere il ruolo che assolve in me la poesia, posso sol dire che scrivere mi fa bene, mi libera l’anima. Del resto, almeno in me, scrivere mi estranea, è come se vedo tutto dall’alto sotto una nuova forma. Diciamo pure che lo scrivere è in me come una valvola di sfogo personale dove non ho ne limiti né paure.”
La poesia di incipit presente in questa collana “La penna” possiamo ritenerla un manifesto della sua poetica? Perché ha ritenuto importante che fosse la prima?
“La poesia La penna è importante semplicemente perché da essa nasce il mio pensiero. È con lei che do forma alle mie idee, ai miei pensieri, alle mie voglie, alle speranze… È semplicemente il mio essere, a lei do il compito di aiutarmi a decifrar ciò che il cuore e la mente mi trasmette… “Quando parola d’uscente voce delinear via non può…”. Manifesto poetico? Potrebbe esserlo nel modo in cui mi porgo, nel modo in cui cerco di dar risposta con la scrittura. Per questo l’ho posta come prima semplicemente per il fatto che lei
dà il via a tutto il declinar.”