Interviste d’Autore – Nicol Betrò

La sua arte si apre ad un mondo misterioso, fatto di ninfe e muse, sogni e realtà. Da dove nasce questo suo interesse atmosfere oniriche e mistiche?

“Il mio interesse per queste atmosfere oniriche e mistiche nasce soprattutto da una precisa ricerca estetica e dall’intenzione di trasmettere immagini che possano dipingere gli scenari e i dettagli che visualizzo idealmente nella mia mente. Concepisco la mia poesia come un viaggio in un’altra dimensione, popolata da fate, maghe, ninfe e cavalieri, come se attraverso i miei versi prendessero vita i quadri
Preraffaelliti. Popolo le mie poesie di personaggi e dettagli che rispondono ad una precisa estetica pagana, decadentista o tipica del romanticismo inglese. Non amo rifarmi a temi della quotidianità o della vita contemporanea.”

Il suo interesse per l’oriente e la permanenza nella città di Hong Kong come hanno influenzato la sua arte poetica?

“Le esperienze in Cina e a Hong Kong che hanno più influenzato la mia arte poetica consistono nelle numerose visite effettuate in templi taoisti e confuciani. Ho potuto percepire un’atmosfera quasi pagana nei templi che ho visitato, ne ho potuto ammirare la maestosità e i minuziosi dettagli. Ad esempio per quanto riguarda il tempio Man Mo a Hong Kong, nel cui interno si addensa il fumo dagli incensi a spirale appesi al soffitto, ha ispirato direttamente una mia poesia dal titolo Offerta agli Dei, nella quale appunto descritto delle spire di incenso in un tempio pagano. Un altro tempio che ho amato particolarmente è il tempio Dongyue Miao di Pechino, che è strutturato con numerose sale e in ciascuna figurano statue variopinte che rappresentano le principali divinità taoiste, spiriti benefici o i gironi infernali. Ho potuto
notare parallelismi col paganesimo, ma anche elementi che vi si discostano. I templi sono anche contesti ideali per riflessioni poetiche, perché alle sale e ai padiglioni sacri si alternano cortili alberati che permettono di avere un contatto con la natura. Un episodio relativo alle mie visite ai templi, che ricordo in particolare, ha avuto luogo nel tempio di Confucio a Pechino. Mentre mi trovavo in uno dei cortili del tempio, dalla più completa calma meteorologica, il cielo si è oscurato improvvisamente e ha avuto inizio una forte tempesta con folate di vento molto violente. Il cielo era squarciato la lampi e nell’attesa che la tempesta cessasse, mi sono rifugiata sotto la tettoia di un padiglione sacro. C’era un netto contrasto tra la serenità e pacatezza dell’architettura del tempio e la furia degli elementi naturali. In seguito, tale episodio
mi ha ispirato nella scrittura della poesia Tempesta.”

Tra i suoi versi si coglie una forte relazione con la natura. In che modo si sente legata e come influisce quest’ultima sulla sua vita e la sua arte?

“Ho sempre avuto un rapporto molto stretto con la natura, che mi rasserena. Nelle mie poesie raffiguro una natura pervasa da elementi magici, onirici o mitologici, non una natura “scientifica”. Mi sono sempre interessata alle proprietà che il folklore e la tradizione associano alle varie erbe officinali o medicamentose e mi sono particolarmente care le cosiddette “piante antiche”, che hanno subito meno mutazioni nei secoli o millenni rispetto a ibridi più recenti. Tra queste cito la rosa canina, il carrubo, il castagno, il sorbo. Ho la tendenza a ricercare un continuo contatto con la natura anche nella mia quotidianità, per osservarla e trasformarla nelle mie poesie, trasfigurarla in immagini poetiche oniriche o mitologiche, privandola di qualsiasi elemento razionale o scientifico. La natura influisce sulla mia arte in quanto rappresenta l’ambientazione ideale per le immagini che voglio descrivere nei miei versi.”

Quali sono gli autori del passato che l’hanno più influenzata nella sua crescita artistica?

“Sono numerosissimi gli autori del passato che mi hanno influenzato. Mi sono sempre appassionata ad opere che descrivono in modo vivido delle immagini e cerco di trasmettere queste percezioni nelle mie poesie. Ho sempre avuto una grande passione per la letteratura latina, nello specifico Catullo con i suoi carmi, Gaio Petronio col Satyricon e Lucio Apuleio con le Metamorfosi. Sono anche stata molto influenzata dalla lettura delle poesie di Baudelaire e Rimbaud. Per me è stata però decisiva la lettura e studio in ambito universitario delle opere di Keats, che per me ha costituito una vera e propria svolta. Dalla lettura dei poemi Lamia, The Eve of St. Agnes, Isabella or the Pot of Basil, ho deciso di tentare di riproporre in lingua italiana il linguaggio tipico della poesia romantica inglese e di ispirarmi alle sue tematiche e ambientazioni. Un altro autore che per me è stato decisivo è Gabriele D’Annunzio, in particolare con il Fuoco, Forse che si forse che no e Il Piacere, per le atmosfere decadentiste, che ho voluto riproporre in alcune mie poesie. Fondamentale anche Fogazzaro con Malombra, per l’ambientazione che dal romanticismo sfocia nel decadentismo. Ha avuto un ruolo decisivo anche Francis Scott Fitzgerald, con Tenera è la notte, Belli e dannati e Racconti dell’età del jazz, soprattutto in merito alla
tematica del trascorrere del tempo. Per le atmosfere relative all’antichità ha avuto un ruolo centrale Marguerite Yourcenar con le Memorie di Adriano. Altri autori che sono stati fondamentali nella mia formazione in merito al mondo classico sono Apollonio Rodio con il poema Argonautiche soprattutto in riferimento alla figura di Medea, Euripide con le Baccanti e Longo Sofista con Dafni e Cloe. Hanno avuto una notevole influenza anche Oscar Wilde con Il Ritratto di Dorian Gray per la ricerca estetica nei dettagli e Arthur Schnitzler con Doppio Sogno, per le atmosfere oniriche: è da citare anche Michail Bulgakov con Il Maestro e Margherita per l’elemento del soprannaturale.”

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