Interviste d’Autore – Roberto Zoli

“Rimorsi e rimpianti” è il titolo del suo romanzo. Nella vita cosa conta di più? Il rimpianto di non aver fatto qualcosa o il rimorso di averlo fatto in modo sbagliato? Oppure sono equiparabili a parer suo?

“Rispondo rifugiandomi, in modo forse meschino, dietro il termine inglese “sorry”, dispiacere, parola che è sintesi perfetta di entrambe le espressioni. Creano, infatti, afflizione sia i rimorsi per aver compiuto qualche cosa di errato, sia i rimpianti che alimentano la tristezza di ciò che poteva essere e non è stato. Il tutto avvolto dal velo della nostalgia per un tempo che non tornerà mai più.”

Il suo è un romanzo di formazione che attraversa tutte le fasi della vita del protagonista, Umberto, dall’infanzia fino all’età adulta. Lei crede che ci sia un momento o una fase della vita in cui ci plasmiamo, assumendo certi atteggiamenti e caratteristiche, e da cui è difficile tornare indietro?

“È evidente che nel corso della vita ci sono momenti che più di altri concorrono a plasmare il carattere della persona. Umberto, il protagonista, vive una giovinezza complicata segnata da molte difficoltà. Una strada impervia che lo porta ad impegnarsi con ferrea volontà, nella convinzione di essere il “numero
uno” nei rapporti con gli altri, siano essi amici o soprattutto amiche, di cui fa “collezione”. Posizioni difficili da abbandonare anche in virtù del suo ruolo di giornalista, direttore di una Tv privata, radio e quotidiano annessi. Tutto questo fino a che non entra nella sua vita Benedetta che muterà in toto il modo di rapportarsi con gli altri.”

Come mai ha scelto di raccontare una storia di formazione mista ad un evento drammatico, almeno per come è vissuto dal protagonista, di un amore non corrisposto?

“La prima parte del romanzo racconta la fanciullezza e la gioventù di Umberto segnate da episodi che si affollano alla sua mente in modo repentino e servono a delineare il periodo storico e il personaggio. La seconda parte narra le vicissitudini di un giovane direttore alle prese con Benedetta, una sorta di dolce ossessione che lo porterà a mettere in discussione i suoi comportamenti fino ad arrivare ad una forma di grave depressione, da cui faticherà ad uscire, anche solo parzialmente.”

Quanto c’è di Roberto Zoli in questo libro? Ci sono delle vicende autobiografiche tra le righe del suo romanzo?

“Credo sia naturale che in un romanzo di formazione ci siano parti autobiografiche. I personaggi della gioventù, gli amici, i comportamenti di Umberto richiamano, anche se in modo limitato, situazioni vissute in prima persona. Nulla, invece, di soggettivo nella vicenda del direttore e della giovane collaboratrice: tutto frutto di elaborazione fantastica. L’ambientazione in una redazione giornalistica è stata preferita perché luogo particolarmente caro e conosciuto dati i miei 40 anni di attività giornalistica.”

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