Interviste d’Autore – Sabina Romanin

Dopo la laurea in Lingue e Letterature Straniere ha cambiato rotta diplomandosi all’Accademia di Belle Arti. Quando ha capito che voleva fare dell’arte il suo mestiere?

“Partendo da una personale sensibilità per il disegno, il fatto di aver frequentato l’Università di Ca’ Foscari a Venezia, una città in cui l’arte è presente in ogni dove, mi ha permesso di entrare in contatto con il mondo artistico, con studenti dell’Accademia di Belle Arti, costituendo un ambiente ideale per la mia vocazione artistica che da tempo era latente. Poter vivere questa esperienza eccitante ed energetica dal punto di vista creativo, mi ha indirizzato verso gli studi accademici approfondendo varie tecniche quali l’incisione, la pittura e l’arte tessile, anche grazie ad un soggiorno di studi Erasmus in Inghilterra presso l’Università di Exeter. Durante questo percorso ho maturato la scelta di dedicarmi all’attività artistica.”

Come la fa sentire che le sue opere sono esposte in collezioni sia pubbliche che private?

“Immensamente felice. Io instauro con le mie opere un rapporto così intenso di creatività ed emotività che mi gratifica quando uscendo dal mio studio entrano in contatto con altre persone a cui trasmetto parte di me.”

Ha già esposto l’opera “Deflagration mentre ora presenta il dipinto “Maya”. Sono due opere realizzate con la stessa tecnica ma con soggetti molto diversi. In che periodo della sua vita sono stati realizzati?

“Le due opere sono state concepite in momenti diversi: la prima è stata realizzata in un periodo della mia ricerca orientata alla riflessione sull’arte informale, mentre la seconda rappresenta un momento di approfondimento della ritrattistica, che porto avanti anche nell’arte tessile. C’è comunque una continuità stilistica perché il volto della donna è circondato da una tessitura “astratta”.”

“Espone dal 1995 in Italia e all’estero.” Qual è stata l’esposizione che le ha lasciato la soddisfazione più grande?

“Indubbiamente una residenza per artisti a Spoleto, presso l’Hotel Albornoz che è anche un vero e proprio centro d’arte contemporanea. Vivere questa esperienza con altri artisti di vari paesi e all’interno di ambienti in cui convivevo con opere di artisti internazionali di fama quale Sol le Witt, Ceccobelli, Kostabi etc. ha stimolato la mia creatività quasi in un processo di immedesimazione con l’aria che respiravo nel corso del quale ho prodotto le mie prime cartoline cucite, di varie località turistiche italiane, che sono esposte sulla parete di un corridoio, dando simbolicamente il benvenuto agli ospiti che occupano le camere dell’albergo.”

Maya
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