Nella sua nota biografica scrive di aver manifestato le sue inclinazioni artistiche prima con la decorazione di oggetti per poi arrivare alla pittura. Come è avvenuto questo passaggio?
“Non c’è stato un vero e proprio passaggio. Le differenti anime artistiche convivono in me. La Pittura si è solo manifestata quando la mia anima non ha potuto più trattenere l’urgenza di esternare le proprie emozioni ed i propri sentimenti, abituati sino ad allora ad elaborare schemi creativi predefiniti tipici della decorazione.”
Espone per la seconda volta nella nostra Galleria. A maggio aveva presentato il dipinto “L’abbraccio” mentre ora espone “La caletta di Sant’Elia.” Sono due quadri con soggetti molto diversi: cosa preferisce rappresentare?
“Dopo la fortunatissima partecipazione dello scorso maggio, è un’enorme soddisfazione per me avere la possibilità di esporre nuovamente presso la vostra galleria. È vero, le opere presentate sono differenti tra di loro sia come tematica che come tecnica. Figurativo il primo, paesaggistico l’altro. L’innovazione dello sfondo è frutto della ricerca continua, del mio tentativo di distaccarsi dall’ iperrealismo.”
Si considera “rinata” dopo aver iniziato a dipingere?
“L’arte ti rende libera. La Pittura mi ha dato la possibilità di esprimere me stessa e di scoprire lati della mia anima che sconoscevo. Da questo punto di vista può essere considerata una rinascita.”
Utilizza sia la tecnica ad acrilico che ad olio. Quale preferisce tra le due?
“Quasi sempre utilizzo colori ad olio, ma mi piace sperimentare e a volte capita, prima di passare all’olio, di utilizzare il colore acrilico come base per creare delle colature o degli effetti particolari.”