La sua passione è figlia d’arte. Cosa ricorda del suo primo approccio alla fotografia?
“Ho due ricordi in particolare… la prima volta in camera oscura con mio padre, la “magia” che era per me bambina la comparsa di una immagine bellissima su un foglio completamente bianco. E poi, altrettanto caro per me, il ricordo della prima volta in cui ho potuto usare la Olympus di papà, regalo dei miei nonni per la sua laurea. Il suono meraviglioso che solo una macchinetta analogica ti può dare quando
carichi il rullino e quando scatti la fotografia…”
“Attimo” è lo scatto scelto per la mostra: un ciclista che pedala lungo la strada. Come mai lo ha scelto?
“La fotografia è “vedere come se fosse la prima e l’ultima volta” (Pier Luigi Ghirri – Paesaggio italiano 1989). Ho scelto questa fotografia dove l’effetto panning è la nostra vita, e il ciclista che sembra fermo rappresenta, nella vita di tutti noi, quell’attimo che non sempre siamo riusciti a “fermare”. La fotografia inoltre, dialogherà con chi la osserva suscitando delle sensazioni, delle emozioni, dei pensieri e ricordi non necessariamente sovrapponibili a quelli del fotografo.”
Ha già partecipato ad altre mostre in passato e fa parte di un circolo di fotografi. Quanto è importante per lei confrontarsi con altri artisti?
“Il confronto è un motivo di crescita, uno stimolo a migliorarsi… ma la cosa veramente importante per me è che le mie fotografie non siano “forzate”, i soggetti sono quelli di tutti i giorni e appartengono alla nostra vita… mi piace l’idea che la fotografia possa diventare un incontro tra vita e arte.”
Quali sono i momenti in cui preferisce scattare?
“Devo ammettere che non ci sono dei momenti che preferisco rispetto ad altri: posso essere in qualunque posto e se vedo qualcosa che mi attira e che mi affascina sento il desiderio di scattare. Posso essere in posti che conosco “a memoria” e trovare punti di vista diversi oppure essere in posti del tutto nuovi e allora ogni cosa avrà il fascino della scoperta.”