TU CHIAMALE SE VUOI… EMOZIONI
«Il valore della vita può essere misurato da quante volte la tua anima si è profondamente emozionata» (Soichiro Honda). L’autrice Rossana Mattei fonda la sua arte su due elementi cardine, che sono anche il centro della vita umana e dell’universo: il cuore e l’emozione. «Siamo un’esplosione di emozioni/incontrollabili che ci portano lontano/dove la nostra anima si perde …/emozioni che ci travolgono/ci feriscono, ci fanno sorridere, ci fanno piangere/ma che ci rendono vivi» (“Emozioni”). Rossana è dotata dell’occhio artistico e di una profonda sensibilità che: da una parte le giovano e consentono di volgere lo sguardo “oltre” i confini temporali e spaziali, dall’altra la “feriscono” perché ogni sentimento, provoca un’emozione smisurata, incontrollabile, da far esplodere il petto, sia che si tratti di Amore: «Amore mio ti amo/È una musica che/Si ode piano piano;/ma poi torna di nuovo/lentamente,/e dal mio cuore/nasce soavemente./Amore mio ti amo,/è come il miele/che al sole si scioglie come neve./Amore mio ti amo è/Meraviglioso e vero;/tutto vien dal mio cuore/ed è sincero.» (“Amore mio ti amo”); sia che si tratti di Dolore: «Un vuoto incolmabile/Quello che mi hai lasciato/Un vuoto profondo/E buio che stringe…/Un vuoto che sarà lì per sempre/A ricordarmi che tu/Non tornerai mai più» (“Vuoto”). Ecco che la poesia, allora, acquisisce una triplice funzione: aiuta l’autrice a “vivere”, in quanto ciò che è incontenibile per l’animo umano si riversa magicamente e meravigliosamente nel foglio e nell’arte; fissa per sempre l’attimo (CARPE DIEM) nell’eterno rendendolo, tra l’altro, anche fruibile al lettore; permette di colmare il vuoto “incolmabile” dell’assenza e della lontananza, poiché nei versi il passato, i sogni e i ricordi sono sempre “vivi” e “presenti”. È a questo punto che Rossana compie il passo decisivo dell’essere “poetessa”, accettando il rischio di combattere in prima fila, di mostrare il proprio cuore “nudo” al pubblico: le sue lacrime di gioia e dolore bagnano il lettore ed unendosi alla fonte della poesia alimentano e nutrono verdeggianti prati, rigogliosi di magnifici versi. Il commovente trittico “Dolore di una figlia (21-5-86)”, “Davanti alla tomba di mia madre (21-4-89)” e “Papà, vorrei averti qui: ora”, oltre a richiamare grandi autori come Foscolo e Petrarca, dipingono un intenso quadro sacro-familiare, che prende forma allo sguardo, simile alle profonde opere umanistiche del Masaccio. «Ti vai spegnendo/Come una candela, che per una notte intera/Ha illuminato questa mia esistenza nera./Non ci sono parole, né altro per capire quello che sto provando./Tu sei la mia adorata mamma e/Né denari né tesori potranno mai/Colmare il vuoto che stai per lasciare./Che altro posso fare o dire/Se non piangere e in silenzio soffrire?» (“Dolore di una figlia (21-5-86)”). Rossana è, inoltre, molto abile nell’intessere i suoi componimenti in una trama che piano piano si fa sempre più musicale ed avvolge come una dolce melodia. Questo è possibile grazie al suo studio meticoloso della metrica e l’uso di versi endecasillabi, settenari ed ottonari. Il grande passaggio finale è tutto per il lettore… scrivere, condividere il proprio cuore, la propria mente, la propria anima con chi legge è un solenne, profondo ed intenso atto d’amore: «L’universo ha senso solo quando abbiamo qualcuno con cui condividere le nostre emozioni» (Paulo Coelho).