LA POETESSA, GRAZIE ALLA POESIA, CAVALCA L’ONDA DELL’ESISTENZA E RICAMA VERSI IN GRADO DI DONARE BELLEZZA ED AMORE ETERNO
«Le onde sono le voci delle maree. Le maree sono la vita. Portano nuovo nutrimento per le creature in terra, e portano le navi in mare. Esse sono il polso del mare, e il nostro battito cardiaco» (Tamora Pierce). L’arte dell’autrice Donatella Berrettoni nasce dall’idea che la poesia sia in grado accompagnare ogni momento della vita, nelle sue emozioni, nei suoi sentimenti, nei suoi sogni. Essa come l’acqua può assumere diverse forme, rappresentando ed incarnando i moti dell’anima e del cuore. Donatella, allora, crea versi sul magnifico binomio acqua/poesia: dalle sorgenti (“Fonte”), al mare (“Onda”), dalle gocce di pioggia o rugiada (“Stelle cadenti”), al torrente o al lago (“Montagne”). È l’autrice stessa a dipingere due splendide immagini, simbolo della sua opera: la DOLCE ONDA e LA FONTE. La prima è, in fondo, la rappresentazione della vita umana e dell’esistenza: «Su uno specchio/di acqua dolce/prosegue il suo viaggio/l’onda…/Chissà dove il vento/ha sollevato/il suo scavalcare altra onda/fino a confonderne il prima e il dopo./Ora inaspettato scoglio/spezza il suo viaggio,/è sferico e concentrico/il suo passare sulla pietra,/vi scivola/come fanno certi pensieri/in fondo all’anima./Al di là, il tutto/non delimita più il suo margine/e svanisce/l’essere veridico del suo sogno/di finire su riva di fiori./Un filo di luce filtra/tra quell’arco di foglie ballerine/solleticate dal vento./Sul lago l’ondeggiare/e il rinfrangersi del raggio di sole,/del tutto e del nulla» (“Dolce onda”). La “donna” Donatella diventa “poetessa”, proprio quando decide di imparare a governare “l’onda” e di condurre la propria imbarcazione in un porto sicuro. Ciò significa vivere le emozioni e la vita senza paura, coglierne ogni momento di bellezza e nobilitarlo nell’arte. Il segreto di questo importante passaggio vitale è proprio LA FONTE, a cui si disseta Donatella: la poesia. La sua acqua riempie il cuore, fa sgorgare lacrime, bagna e nutre la valle interiore: «Piange a tratti/questa fonte/dalla bocca ricurva/goccia dopo goccia/ha colmato le cavità/del suo cuore./Acqua che bagna tronco/su pali distorti dal tempo./Oscilla l’acqua alla superficie/dondola, si crogiola, ride turchina./Ma da crepe lentamente/segmenti tracciano frecce/e rigagnoli sulla terra secca/solcano vie tra erbe acerbe» (“Fonte”). Lo scopo della poesia, il suo fine ultimo, diviene trasmettere “bellezza”, regalare il tempo dei sogni, l’attimo della “meraviglia”: «Regalami il tempo della bellezza/che riveste felici letti del risveglio/tra fragranze di lune piene./Regalami il tempo della nostalgia,/filo invisibile che ricopre distanze/tra luoghi perduti dell’anima./Regalami il tempo dei sogni/che nascondono speranze/rinchiuse nello scrigno dei vaghi pensieri./Non negarmi il tempo delle meraviglie, …» (“Regalami Bellezza”). Ecco che, allora, la poetessa può compiere il passaggio ulteriore del suo percorso umano e poetico, arrivando a cavalcare la marea dell’universo come un’impavida surfista, riuscendo a ricamare aulici versi in forma di musica, in grado di far vibrare l’anima: «Ricamo ancora/su trame di rubino/e il prima e il dopo/si perdono nel tempo/come il dove e il quando./Melodia di un momento,/ripetersi delle primavere/dei baci e dei canti» (“Nenia”). Il lettore che si avvicinerà all’opera di Donatella scoprirà, infine, una poetessa che, elevandosi al di sopra del livello corporeo e sensibile, trasmette e regala amore… eterno: «Regalami ancora/la bellezza di uno sguardo/fresca e dolce brezza al cuor,/e la bellezza di una parola/che immortale rende amor» (“Regalami Bellezza”).