AGNESE PACIOCCO

RIPARTIRE DALLA NOTTE, DAI SOGNI E DALLA POESIA PER RITROVARE L’AMORE PERDUTO

L’ars poetica dell’autrice Agnese Paciocco si fonda su di un tema fondamentale: LA RICERCA DELL’AMORE PERDUTO. L’introduzione è una lettera dell’AMATO/AMANTE, dolce, toccante, di una profondità incredibile: “…sono qui imprigionata tra il cielo e la terra non so se mai mi sveglierò da questo sogno che ha plasmato il mio spirito la mia malinconica esistenza pietrificandoli da quando tu sei andato via la tua immagine è dentro la luna e scivola lentamente nei miei occhi come una lacrima triste un’altra poesia ti farà fremere ancora nel mio cuore mi farà di nuovo respirare amore grande grande e mi sembrerà di averti ancora tra le mie braccia una magica serenata un valzer allegro per stringerti più forte in un vortice senza fine non lasciarti più andare via trattenerti su dolci sensuali note che ti richiameranno dal mondo dell’amore un canto seducente ti resusciterà fermando eternamente il tempo…sono felice della gioia che mi dà il tuo amore è la chiave che mi apre tutte le porte della vita voglio tenerti stretta dentro di me per sempre…fai già parte della mia esistenza sei l’aria la luce il giorno la notte il mio tutto sei riflessa in tutto ciò che mi circonda gli alberi i visi della gente il cielo navighi nella tazza del mio caffè al mattino quando il sonno non ha ancora abbandonato i miei occhi stanchi e gonfi dopo le interminabili ore notturne a scriverti ed inventarti sui mille fogli del mio diario segreto…tutto di me ormai ti appartiene ogni respiro ogni pensiero ogni centimetro del mio corpo ogni pulsazione del mio cuore che scandisce la mia esistenza che è tua infinitamente intensamente completamente…luce dei miei occhi alba di ogni mio giorno oasi della mia pace dove posso tuffarmi liberarmi riposarmi rigenerarmi dalla tua inesauribile sorgente posso estinguere ogni mio desiderio insoddisfatto anche il più disinibito perché tu sei tutto ciò che ho sempre desiderato ed io sono il tuo dono d’amore per sempre…” (“LETTERA D’AMORE DA GABRIELE”). Vengono in mente le parole di un’altra grande poetessa. “Chi è amato non conosce morte,/perché l’amore è immortalità,/o meglio, è sostanza divina./Chi ama non conosce morte,/perché l’amore fa rinascere la vita/nella divinità” (Emily Dickinson). Il dolore del distacco è lancinante: “…la notte senza te/è popolata di ansie paure incubi incertezze/ma anche di ricordi/i tuoi baci carezze dolci/parole d’amore/desideri folli fantasie e ancora…/sogni da tradurre in realtà insieme…/senza di te dolcissima vita mia l’alba non sarà mai spuntata…/nella tua valle mi sciolgo come un ghiacciaio in primavera/lungo i pendii scoscesi corro impetuosamente/fino a raggiungere il mare/le onde s’infrangono spumose sibilanti sugli scogli nudi/proterve scuotono la mia anima…” (“LA NOTTE SENZA DI TE”). Nemmeno la poesia può riempire un vuoto così incolmabile: “Amore per sempre perduto/fiumi d’inchiostro non ti riporteranno/fra le mie braccia/ma non per questo smetterò/il mio canto disperato…/Mai più potrò stringerti sul mio cuore/sospirare il tuo nome/Mio Adorato Gabriele…Un’altra notte solitaria/mi ruba il sonno/e mi fa compagnia fino all’alba./E il silenzio/urla/inesorabilmente/quanto mi manchi!” (“AMORE PER SEMPRE PERDUTO”). L’autrice, allora, per guarire ha bisogno di mettersi in viaggio, di superare i confini del tempo e dello spazio, al limitare dei sogni: “Raggiungerò la tua isola deserta/Varcherò i confini /dei sensi inesplorati/Eros mi prenderà per mano/e mi guiderà al di là/dei tuoi sogni mai sognati” (“TI RAGGIUNGERÒ”). La poetessa eroina riesce nell’impresa: come il Sole e la Lunai i due amanti si incontrano all’alba e al tramonto. Agnese intuisce che proprio in questa terre di confine può rivivere e riportare in vita l’Amore. È un’impresa eroica perché implica ogni volta un nuovo distacco. Nella landa sconfinata della notte e i suoi sogni: “Sensuale complice è la notte/quando dea mi rendi all’altare di eros…” (“MILLE LETTERE D’AMORE”)…”Nelle lunghe notti estive/mi rivesti di seta bianca/frusciante nei freschi aliti salini/mi fai dono al dio dei venti/ti ergi fiero tra le creste spumose/tra il sogno e il divino/tra il cielo e la terra/racchiudi tra le tue braccia/attimi di un amore eterno” (“NEI TUOI PENSIERI”). Nel mare e nel prato infiniti della poesia e i suoi versi: “Attimi di un amore eterno/frammenti di gioia fremente/echeggiano in una grande conchiglia/in fondo all’anima una luce soffusa/un’alba di fuoco…e poi l’infinito” (“NEI TUOI PENSIERI”). E allora Agnese ritrova l’Amore, riesce a sublimarlo, a riportarlo in vita nel proprio cuore per sempre, come cogliendo un fiore dal cielo: “Dolce fiore/nato dal mare/petali baciati dal sole/bagnato di rugiada/ti ho colto dal cielo/Il salmastro profumo/della tua pelle di luna/nell’anima/risveglia/un paradiso perduto/l’alta marea trascina/il mio cuore/verso l’estasi/verso il tuo amore” (“DOLCE FIORE”). Il lettore che si avvicinerà a questi versi non potrà rimanere indifferente! Si commuoverà di fronte ad un sentimento così grande e frote. Seguirà con passione la poetessa nel suo doloroso percorso di distacco, ricerca e riunione…e alla fine li vedrà: Agnese e Gabriele mano nella mano correre su un prato a perdifiato, nuotare senza posa nell’Immensità del mare e volare liberi e uniti nel cielo universale. L’amore è fiorito nuovamente alla luce del Sole come un girasole, è sbocciato eternamente per sempre: “Vederla fu amarla, amare solo lei, ed amare per sempre” (Robert Burns).

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