MOSAICO D’UMANA REALTÀ
Leggendo Luigi G.M. Basile, riscontriamo una ampia frequentazione di grandi maestri: da Leopardi alla Merini, da Ungaretti a Neruda. Tuttavia, sembra esserci una naturale e appassionata discepolanza nei confronti di Wisława Szymborska: “La poesia può avere come oggetto qualsiasi cosa, ma in poesia non c’è più nulla di ordinario e normale” (W. Szymborska). Queste parole, della poetessa polacca, sono la base dell’opera del nostro autore. Non importa ciò che attrae la facoltà poetica: una situazione, un’emozione, un oggetto, una persona…ciò che conta è la loro sublimazione, dal normale allo straordinario. La motivazione della vincita del nobel della Szymborska, vale per la produzione di Luigi: “Una poesia che, con ironica precisione, permette al contesto storico di venire alla luce in frammenti d’umana realtà”. Un miracolo della quotidianità e della normalità che si compie quando queste vengono accolte, senza accettarle mai solo come tali (“Il gioco della tenda”, “Il vento”). Uno sguardo sulla vita oltre i confini del proprio tempo. Non essere imprigionato dalle lancette dell’attualità. L’opera che meglio incarna ciò è “Nemesi”: “Nella piazza gremita/quasi mi conoscesse/ella mi ha salutato./Come secoli fa/per un secondo/siamo rimasti soli”. Ogni particolare può essere universale: “Luce, tutto racconti tutto sai,/quando trafiggi il buio, evidenziando/malcapitato un particolare…”(“La stanza”). Allora, i versi si possono elevare a “poesie da bere” che scaldano il cuore al mattino, per poi materializzarsi fisicamente come compagni di bevute la sera, dopo una delusione (“Poesie da bere”). Come un setaccio, la poesia trattiene verso l’alto e lascia scorrere verso il basso, dalla terra tira fuori la pepita eppure il suo sguardo è stato attratto anche dal terriccio che conteneva l’oro. Le opere di Luigi sono dei “frammenti di vita”, la sua vita, quella che osserva e ha osservato, vive e ha vissuto. La sua arte li nobilita, li trasforma in tessere di un mosaico, quasi magicamente li unisce a formare un meraviglioso insieme. “Sono scappate lungo la tangente/le nostre vite/ come toccate e fuga” (“Toccata e fuga”), ma rimasero impresse nei versi dando forma a una bellezza “per sempre”.