Resilienza poetica
I versi di Silvana Benenati raccontano la forza di una donna che mediante la poesia esprime la sua emotività ferita, addolorata, a tratti distrutta, ma allo stesso tempo ancora appassionata: una donna disposta a non indietreggiare, a non lasciarsi abbattere mai e ad amare in modo incondizionato la vita con coraggio come forse solo una madre sa fare. Ogni rima rappresenta lo sforzo che Benenati ha fatto per tornare a scorgere il sole dietro le nuvole, per mantenere un ancoraggio solido e sorridente alla vita, trovando, in rima, un’armonica compresenza di sofferenza e felicità senza che la prima impedisca alla seconda di sorgere e senza che la seconda, però, nasconda, deresponsabilizzando, le fatiche della prima. Ci vuole coraggio a trovare ogni momento, giorno dopo giorno, la giusta assonanza, una pacifica e sonora corrispondenza. La rima baciata di Benenati consolida e reitera forza e speranza, nonostante tutto. Veicola valori umani e solidali, si fa garante e simbolo di un’umanità semplice e profonda che non dimentica mai cosa realmente attribuisce senso e preziosità alla vita: l’amore, la fiducia, la disponibilità, il sorriso. La poesia di Benenati lascia trapelare la sofferenza di un percorso di vita personale difficile e la tristezza che emerge dinanzi ad un mondo corrotto e disincantato che, con le sue atrocità, ha rischiato di oscurare il suo sole interiore. Ma l’animo della poetessa ha in sé il dono della semplicità e dell’umiltà, quella connessione alla natura e al mistero della vita che l’uomo moderno, arrogante, cerca di emulare e soggiogare inutilmente, perdendo solo la propria purezza, quel calore che rende gli essere viventi tali e di cui solo gli animali sembrano oramai capaci. Benenati condanna l’individualismo e si rivolge a noi con vigore e incrollabile sensibilità perché “l’egoismo logora l’umano quando partorisce i figli invano […] ma uomini, diamoci una mano per credere in qualcosa che cambierà in meglio piano, piano”.