PANTA REI: TUTTO SCORRE E MUTA

Jei Pitture si colloca nella tradizione artistica di ricerca della forma e del colore, nella loro essenza più pura. Pur formandosi alla scuola tradizionale e poi a quella sperimentale, l’autore riesce nell’ardua impresa di trovare un proprio stile con marcate “timbriche” innovative: il movimento e la mutazione. L’opera “Meduse” ci fornisce l’ermeneutica dell’insieme: “Panta rei”, come diceva Eraclito, tutto scorre. Sono colori e forme in movimento. Questo moto, che fornisce una “vitalità” straordinaria alle opere di Jei, è pluridirezionale: dal presente al futuro e al passato, dal passato al futuro passando per il presente e viceversa: uno scorrimento continuo. Anche lo spazio è coinvolto: da destra a sinistra, dal basso verso l’alto, orizzontale, verticale, diagonale. Sono “Meduse” nel mare, le vediamo migrare in avanti, scomponendosi in forme cubiste e nuotare poi fino a subire una metamorfosi in toni astratti alla Pollock o in stilizzazioni alla Haring. Eppure le osserviamo anche tornare indietro e mutare nei colori impressionisti di Manet e Van Gogh. Diverse opere sono intitolate “Natura” e contraddistinte da una numerazione: “Natura 1”,2,3,10…con questa catalogazione l’artista gioca sul fissaggio/bloccaggio del movimento, consapevole, invece, che l’osservatore si troverà nuovamente di fronte a qualcosa di vivo. E allora: sono fiori, stelle, fuochi d’artificio, aerei, astronavi, soffioni, o sono forme e colori astratti? Sono tutto questo insieme, muovendosi e trasformandosi di continuo, nella dimensione, nello spazio e anche nel tempo. Non a caso un posto di rilievo è dato al quadro “Camaleonte”, dichiarato omaggio all’idea portante della trasformazione. Non a caso si celebra un elevatore in “Love/Sex in an elevator”, con forme di richiamo ad Haring ma anche con le frecce direzionali “Su e Giù”. L’osservatore non potrà rimanere fermo di fronte alle opere “vive” di Jei, prima di farne uso bisogna ricordarsi di appuntare data ora e luogo e soprattutto di allacciarsi le cinture!