Hungry Eyes
Fiorenzo Rosa è un artista dagli “Hungry Eyes”. In una foto dallo stesso titolo, vediamo un bambino mordere un oggetto con occhi famelici. Si tratta dell’opera programmatica del nostro artista. Il suo è un ardente desiderio di vivere e conoscere il mondo. “Video et gaudeo”, osservare è una brama così forte, quanto ancora più passionale è la voglia di bloccare tutto in una immagine, che colga l’essenza e che non sia statica, ma viva. Un processo che richiama quello della estrazione degli oli essenziali. Ci troviamo di fronte a diversi cicli fotografici. Il primo ciclo è il filo comune, che fa abilmente da collante: H2O. L’acqua è bramata nelle sue forme gassose, solide e liquide. In ogni foto c’è un richiamo o una parte dell’elemento: neve, ghiaccio, pioggia, nuvole, tempesta, nebbia. Si parte dalla magia e l’incanto della neve e del ghiaccio, che sono in grado di variare il mondo e gli oggetti, proprio come l’acqua può cambiare forma (“Beigua”, “Dall’Autunno all’Inverno”, “Heidi home”, “Ibernato”, “Ices bubbles”, “Ices link”, “Merry Christmas”, “Squarci d’azzurro”, “Tracce”). Si tratta di uno stadio all’altezza medio-alta dei monti e delle pianure. La foto “The snow in the fall”, in cui la neve è sulle rive di un torrente, segna idealmente il passaggio dallo stato solido a quello liquido. Qui lo stadio è al livello basso del mare. L’acqua è in grado di mutare il paesaggio e di riflettere non solo i colori del sole, del tempo e delle stagioni, ma anche degli stati d’animo (“The Last”, “Wawe on wawe”, “A life in the color”, “Castel Boccale”, “Light from the sea”, “New Horizons”, “Blu mare”, “The fury”). Le foto “Squarci d’azzurro” e “Ali nel sole” con la compresenza di mare e neve assieme alle nuvole, segnano invece idealmente il passaggio allo stato gassoso. Lo stadio è all’altezza del cielo o della terra. Anche qui la nebbia, il cielo plumbeo o le nuvole, sono confacenti a diversi stati d’animo (“Autunno in langa”, “Ciccatrici”, “La via”, “New Generation”, “Nel bosco incantato”, “Ombre”, “Solitudes”, “To the sky”). Un’attenzione a parte è riservata, poi, alla pioggia (“Singin’ in the rain”, “Rain in Siena”). Geniali passaggi e commistioni ci portano al secondo ciclo fotografico: opere d’arte/città (“Duomo di Siena”, “Angeli e Demoni”, “Assenza”). Ancora una volta il legante è H2O: “Rain in Siena” mostra la famosa piazza del palio vuota e bagnata dalla pioggia, “Pyramid” una costruzione che si staglia fra le nuvole, “Milano Sanremo” un cielo grigio sopra la città. Gli occhi degli angeli (abitanti delle nuvole), del duomo di Siena, sembrano vivi, assieme alle orme nella neve in “Tracce d’Uomo” ci portano al terzo ciclo: gli umani (“Hungry Eyes”, “A light from above”, “Emili”, “Ti Osservo”). Infine l’ultima serie è collegata proprio agli occhi, ovvero: “Window”. Il rosone del duomo, le finestre della Piramide, i vetri di “Launch Pad” che si ergono nel cielo. Pur presentandosi in sequenza, i cicli sono circolari e interscambiabili. C’è sempre un particolare che richiama o rimanda a un’altra immagine. Ogni opera ne spiega o collega delle altre: un mondo di passaggi segreti e intimi da scoprire. Virtualmente, allora, possiamo entrare in questa galleria, l’osservazione deve essere con “hungry eyes”. Scopriamo i collegamenti, perdiamoci nel mare, nel cielo, a Siena, nei boschi, tra le montagne o in cielo… e chissà? Anche i nostri “occhi famelici” saranno alla fine legati a Fiorenzo, perché per stupore meraviglia o commozione, proprio H2O sgorgherà da essi.