Verso l’Assoluto
L’autore Fabio Raguso mediante la sua metrica raffinata opera una filosofica trascendenza dall’immanenza, si cala profondamente nel mistero della vita per poterne assimilare ogni sfumatura, abbattere i confini che separano spirito e materia, andare sempre più nel profondo, sganciandosi dai limiti umani che bloccano e arginano, scoprire il Vero superando ogni limite possibile. Si evince, forte, la tensione verso l’Assoluto, verso un qualcosa che è totale e completo, verso l’Uno che è nei molti: sintesi perfetta. Raguso cerca l’essenza del mondo sublime di cui l’animo umano è solo il riflesso carnale, parte effimera di un tutto divino di cui riflette l’immensità pur nella sua conflittuale stratificazione e frammentazione. Raguso cerca l’Eterno-infinito che si disvela nella mortalità di un mondo empirico e confinato che anela a conoscere e a sentire vibrare sulla propria pelle come in una simbiosi cosmica dai tratti intensi e struggenti. Un’intensità tale che è generativa di vita, così come quell’energia che sottende al mistero fisico e/o teologico della creazione. L’amore è, forse, metafora perfetta di questa vertigine di vita, estrema coincidenza, desiderio di fusione. Di assoluto. Solo mediante l’attesa, a piccoli passi, partendo dalle cose più umili e preziose, è possibile quel “lavorio di arrendevole scambio” che è estrema Sostanza, condizione necessaria ad una ascesa verso l’Alto della salvezza. Raguso mediante la sua intensa sensibilità sente e racconta lo strazio del sangue pulsante e cerca risposte, cerca il Senso di questa rabbia, della contraddizione che separa gli animi umili e innocenti dalla felicità. L’autore sembra quasi farsi carico di questo dolore cosmico che, umilmente, anela a poter sanare per quanto possibile, nel suo piccolo. Questa la sua missione interiore, etica e morale di cui l’arte poetica è intensa ed aulica espressione.