Il miracolo della vita
Ciò che emerge dalle opere di Nives Fezzardi è la purezza di un essere umano che racconta il suo percorso di vita veicolando quelli che sono i suoi valori più intimi: l’amore, il rispetto per il prossimo, la gratitudine verso la vita, nonostante tutto. Un percorso che ha dello spirituale e del divino lì dove l’autrice ha avuto la fortuna e la forza di aprire le braccia al cielo e di accogliere la vita affidandosi ad essa ed al potere misterioso e struggente che questa racchiude. Ne ha colto il supremo valore e ha guidato se stessa con responsabilità costruttiva affinché fosse protagonista attiva del suo incedere e non mera spettatrice, l’ombra di sé. Ma ciò, ci insegna l’autrice, è possibile solo negando un vivere egoriferito perché la vita assume il suo massimo valore solo quando è condivisa, anche e soprattutto nelle piccole cose. Altruismo ed amore per il prossimo, anche nei momenti più bui, sono le linee guida di Fezzardi ed ogni verso della sua opera ne è una dimostrazione. Ogni essere umano può donarci un’emozione, una porzione di felicità che contribuisce a creare quel “senso” profondo che ci lega alla vita e alle sue dinamiche spesso misteriose e difficili da accettare. L’autrice ci parla di fede, di fiducia e di gratitudine per ciò che è stato, che è, e che deve ancora essere. Perché all’improvviso puoi ri-conoscere il tuo “Angelo custode” ed ubriacarti di felicità. È quando ti apri alla vita, nel profondo, accantonando le paure che ti impediscono di fare quel salto nel vuoto verso ciò che è sconosciuto e precluso agli occhi vigili, che allora accadono i miracoli, quegli avvenimenti magici che sembrano indicarti la retta via: nulla avviene per caso! Ed è così che l’autrice, per coincidenza (?), si trova a leggere un libro sconvolgente che sembrava essere stato scritto proprio per lei e che le ha donato una forza enorme per poter reagire in un momento profondamente difficile. Questa stessa forza è quella che Fezzardi augura ai suoi lettori, nel suo altruistico e costante “tendere le mani” verso il prossimo, affinché ognuno di noi possa capire “quanto possiamo essere vicini all’umanità sfruttando al meglio le nostre qualità”.