Una poesia di Nilodan:
A volte
quanto darei
se in notti afone
chiudendo gli occhi
il mio sonno diventasse dura pietra.
…E se fossi io a sfidare il cielo
dando senso al mio stato?
Né calamaio
né penna porterò con me
mai più scriverò di te
lascerò tutti i miei versi
nelle terrene paludi
affinché i posteri
abbiano a sapere
quanto grande sia stato
l’amor che m’ha unito a te.
…Ma nel guardare a sera
il salir del buio più pesto
vedo sempre sprazzi d’azzurro
e allora in silenzio chino il capo
srotolando ancor quella speranza
che mi donasti con il tuo ultimo sorriso.
Perciò
nelle veglie di solitudine
ogni volta ancora
quando il sole spegnerà la sua luce
immerso nel profondo silenzio
che alla notte mette le ali
a disteso pensiero
guardando l’orizzonte
ascolterò in devozione
quel canto del mio cuore
che salendo col suo battito
saprà farmi ancora riscoprire
quanto grande sia il valore della vita
perché sol nel tempo che Lui vorrà
vorrei portarti quelle melodie d’amore
che gelosamente custodisco in me.
E allora
pur nel mio sfinito che sia
solo sull’ultimo varco
le deporrò tra tue mani
e canterò a te quelle note
che mai più resteranno segrete.
Nilodan
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