SANTINA OGNIBENE

L’ARTE COME CAMMINO DI PACE

“La pace non è un sogno: può diventare realtà; ma per custodirla bisogna essere capaci di sognare” (Nelson Mandela). L’arte dell’autrice Santina Ognibene si fonda su di un grande e nobile elemento: la PACE. Essa è fine e telos dell’opera della pittrice, che indica all’osservatore/lettore il sentiero per raggiungerla. Il percorso proposto da Santina, allora, non è solo un intenso viaggio (“Il viaggio”) nelle sue meravigliose opere, ma è anche un cammino spirituale da intraprendere. Si tratta di un viaggio suddiviso in più tappe, con diversi gradini da scalare. Il riferimento alla SCALA DEL PARADISO, ai classici della spiritualità orientale come Giovanni Climaco, è evidente. 1) FERMATI A CONTEMPLARE ED ASCOLTARE. La prima tappa consiste nel fermarsi, nel bloccare lo scorrere del tempo, per imparare a contemplare, meditare ed ascoltare. Ad ogni gradino l’artista associa un’opera. Il dipinto “Volo Solitario”, che rappresenta un gabbiano solitario nel mare al tramonto, è il simbolo di questa fase iniziale. Non mancano i richiami letterari. In questo caso il “Naufragrar m’è dolce in questo mare”, dell’Infinito di Giacomo Leopardi, è superato e nobilitato verso lidi divini. 2) MERAVIGLIA – STUPORE. Il secondo gradino è il cuore della contemplazione, dell’osservare il tutto con l’occhio poetico/artistico. “Stupore”, “Dolce Estasi” sono le opere che simboleggiano questa fase. La rappresentazioni del volto e del corpo femminile: da una parte sono l’emblema della bellezza, dall’altra stanno a significare che la contemplazione non è solo mentale o spirituale, ma anche fisica. Santina, fedele alla tradizione della spiritualità orientale, mostra una ferma convinzione dell’uomo unificato. Mente, anima/animo e corpo sono una cosa sola e, quindi, lo stupirsi ed il meravigliarsi avviene in tutto l’essere umano. Un ruolo chiave spetta all’arte e all’artista, che racchiude nelle sue opere quel bagliore, quell’essenza aurea della PULCRITUDO, rendendola fruibile all’osservatore. 3) LA RINASCITA. Ecco che, allora, l’uomo/donna capace di fermarsi ad osservare ed ascoltare, dopo essere stato in grado di contemplare la meraviglia e di ascoltare la voce del cuore, può passare alla terza fase: trasformarsi in un essere nuovo. Come abbandonando il precedente io, egli si eleva ad uno stadio superiore, diventa un uomo migliore. Simbolo di questa fase è “L’Araba Fenice”, dove il volto di una splendida donna rappresenta il morire e rinascere nella bellezza. Il bruco abbandona il bozzolo e diviene farfalla. 4) L’AMORE/AMARE. L’uomo nuovo, rinato nella bellezza, ha ora il cuore aperto alle emozioni ed ai sentimenti. Adesso è finalmente capace di amare. Le opere “Dolce Passione” e “Amore senza misura” rappresentano questa fase. Ancora una volta l’amore fisico-corporeo (“Dolce Passione”) e l’amore mentale e d’animo/a (“Amore senza misura”) sono unificati. 5) LA PAX. Come al termine di un lungo viaggio, come al culmine di una scalata ecco la meta finale: la Pace. L’amore si eleva ad Amore Eterno. Simbolo di questa ultima fase è il dipinto “Cammino di Pace”. Ad attenderci c’è l’Infinito, l’Immenso, il Divino. Il lettore/osservatore che si avvicinerà a quest’arte, sfrutti l’opportunità donatagli da Santina, imbocchi il sentiero della Pax e della Bellezza, per diventare una persona migliore. “Prendi un sorriso,/regalalo a chi non l’ha mai avuto./Prendi un raggio di sole,/fallo volare là dove regna la notte./Scopri una sorgente,/fa bagnare chi vive nel fango./Prendi una lacrima,/posala sul volto di chi non ha pianto./Prendi il coraggio,/mettilo nell’animo di chi non sa lottare./Scopri la vita,/raccontala a chi non sa capirla./Prendi la speranza,/e vivi nella sua luce./Prendi la bontà,/e donala a chi non sa donare./Scopri l’amore,/e fallo conoscere al mondo” (Gandhi).

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