LA VERO

IL FUOCO INTERIORE DELLA CREATIVITÀ SI LIBERA E CAVALCA COME UNA PULEDRA IN UNA PIANURA STERMINATA

“Dove si crea un’opera, dove si continua un sogno, si pianta un albero, si partorisce un bimbo, là opera la vita e si è aperta una breccia nell’oscurità del tempo” (H. Hesse). Questa frase di Herman Hesse è la migliore introduzione all’opera dell’artista La Vero. La creatività scalcia dentro di lei come una puledra scalpitante, chiusa e legata in un recinto. Ad essa bisogna dare sfogo e libertà! Spazio di correre, di galoppare su una pianura sterminata, di navigare in un mare infinito, di volare negli immensi cieli. Luce nell’oscurità, suono nel silenzio, goccia d’acqua nel deserto: questa è l’arte di La Vero. Una potenzialità immensa che si manifestava nella sua manualità sin da bambina, un sogno da realizzare, che da adulta si è materializzato letteralmente nei pennelli e nella spatola. Un proprio stile figurativo che strizza l’occhio a Mark Rothko, ad Emlio Scanavino e per certi versi a Klimt: “Un dipinto non è un’immagine di un’esperienza; è un’esperienza”(M. Rothko). L’osservatore può, allora cominciare questa “esperienza” da “EL SUEÑO”, dove un bosco incantato, a sfumature bianco-grigie, lo invita ad entrare. Il sentiero sembra aprirsi solo per pochi istanti, una volta imboccato si chiuderà dietro di lui. Per spiegar questo inizio, servono le parole di uno scrittore peruviano, che evidentemente La Vero cita in più dipinti: “Le strade sono tutte uguali: non portano da nessuna parte. Alcune attraversano la boscaglia e vi si addentrano. Posso dire di aver percorso strade molto lunghe nella mia vita, ma non sono mai arrivato da nessuna parte. Questa strada ha un cuore? Se ce l’ha, è la strada giusta; se non ce l’ha, è inutile” (Carlos Castaneneda). Ed eccoci allora nel mondo pittorico di La Vero: il sentiero del cuore. Un percorso alimentato dalla fiamma di “EL FUEGO INTERIOR”, opera omonima che richiama ancora il testo principale di Carlos Castaneda: “Per me esiste solo il cammino lungo sentieri che hanno un cuore, lungo qualsiasi sentiero che abbia un cuore. Lungo questo io cammino e la sola prova che conta è attraversarlo in tutta la sua lunghezza. E qui io cammino guardando, guardando senza fiato” (Carlos Castaneda). Come la terra anche l’arte ha il suo centro, la sua idea. Una delle opere programmatiche a riguardo è “NUCLEO”, un omaggio a Rothko e al suo rispetto verso il secondo comandamento: “Non ti farai immagine”. La salvezza, infatti, sta nel colore e il rosso è quello della regalità, della luce e della passione, tutti elementi che La Vero sente dentro di sé e vuole comunicare ed esprimere: “Non sono un astrattista. Non mi interessa il rapporto tra colore o forma o qualsiasi altra cosa. Mi interessa solo esprimere le emozioni umane di base: tragedia, estasi, rovina e così via” (M. Rothko). In questo cammino, allora, sono le emozioni a generare colori, come in “SENTIMENTO”, dove le forme geometriche rettangolari ed ellittiche si incontrano e si uniscono in una parte, mutando in essa il loro colore in rosso/amore e fondendo le ellissi nell’otto simbolo dell’Infinito. Ancora nell’opera “ABBRACCIO”, il blu della notte si incontra con piccole lucciole e sembra che da un momento all’altro stia per comparire un’immagine amorosa di Klimt. La Vero ci fornisce, poi, il messaggio finale della sua opera in “VITA”, un dipinto, dove nel buio sorge un albero dalle radici e i rami d’oro. È l’Albero della Vita, di nuovo omaggio e richiamo a Klimt. Esso ha un ruolo simile in tutte le culture in cui è presente, è considerato infatti come la sorgente da cui fluisce tutto. È composto da più parti: le radici, il tronco, i rami. L’osservatore che contempla è qui che può capire La Vero. Ciascuno di questi elementi rappresenta un aspetto della vita e dell’arte. Le RADICI scavano in profondità, sono quella potenzialità creativa, quell’impeto presente da sempre dentro l’artista e anche l’importanza della sua famiglia. Il TRONCO, invece, è solido perché La Vera l’ha costruito su basi forti. I RAMI, infine, sono numerosi e piuttosto lunghi e simboleggiano la fertilità di una produzione artistica e di un essere, che da tutto ciò trae e genera vita. Con queste chiavi di lettura, l’osservatore è pronto ad addentrarsi in questa foresta incantata, dove al centro c’è un cuore pulsante, un’energia vitale dorata e di fuoco, una radura sterminata in cui le emozioni come splendide cavalle galoppano libere e lo invitano a cavalcarle per correre insieme.

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