Un’artista dalla grande capacità evocativa.
L’artista Laura Bellini mostra la sua capacità pittorica non solo nell’evidente arte del disegno e nell’uso magistrale del pennello e del colore, ma, ancor più raro, nella capacità evocativa di pochi tratti, in quella “smarginatura” dei segni che evoca l’indefinito, la dolce e allo stesso tempo inquietante malinconia dell’effimero, sensazioni tanto umane quanto, spesso, indicibili. Spaziando tra opere più simboliche, altre più descrittive ed altre ancora più “astratte” ‒ lì dove non è più la mera realtà ad essere rappresentata ‒ sono le immagini in sé che vanno ad esprimere concetti e stati esistenziali nel combinarsi di forme e colori.
In un connubio intellettuale tra arte e letteratura, osservando, tra tutte, l’opera La determinazione, come non identificarsi con quell’attrazione viscerale che il protagonista della famosa Gradiva di Wilhelm Jensen, sentiva crescere dentro di sé nella contemplazione di quell’incedere fiero dell’immagine antica della Gradiva, “L’avanzante”, appunto; un avanzare dolce, delicato e non ansioso, ma allo stesso tempo così determinato ed incisivo, veicolato da una grazia tanto naturale che sembrava dar vita all’immagine.