YLENIA TAJAROL

IMPARARE A VEDERE COL CUORE PER VIVERE A COLORI…

Due meravigliosi cigni scivolano con grazia su di un lago, sfumato dai mille colori
dell’alba. Danzano generati dall’acqua, emersi come farfalle dal bozzolo: nasce così l’arte
fotografica di Ylenia Tajarol. Ars e artista, meravigliosi fiori che sbocciano, sono pronti
ad aprire le ali e spiccare il volo…con un’unica regola per il viaggio verso l’Infinito: “Si
vede solo con il cuore, l’essenziale è invisibile agli occhi” (ANTOINE DE SAINT
EXUPÉRY). Partendo da questa fotografia programmatica, intitolata
“DELICATEZZA”, l’osservatore/lettore è pronto a seguire l’autrice nel “Sentiero
d’Amore”, che traccia con le sue splendide immagini. Un percorso alla ricerca della
Bellezza, guidato da una precisa bussola – IL CUORE – “Cerco verità e bellezza nella
trasparenza d’una foglia d’autunno, nella forma perfetta di una conchiglia sulla spiaggia,
nella curva d’una schiena femminile, nella consistenza d’un vecchio tronco d’albero e
anche in altre sfuggenti forme della realtà” (Isabel Allende). Che si tratti di un paesaggio,
di un monumento, della natura o di un soggetto umano, l’artista ha intriso le sue immagini
di “emozioni”. Ylenia riesce “naturalmente” a trasmettere ciò, poiché è lei stessa ad
“emozionarsi” di fronte ad un tramonto, ad un paesaggio, ad una situazione. È
evidentemente dotata di una immensa sensibilità, che rende ogni foto vera, viva e vissuta,
emozionante ed emozionata. Ecco che allora prendono vita, in Ylenia, le parole di uno dei
più famosi fotografi della storia: “Gli occhi sono aperti ma non vedono sempre. D’altronde
non si vede solamente con gli occhi. Quando io scatto una foto, tutti i sensi si
assomigliano. Più tardi è l’invisibile che resta” (Edouard Boubat). L’artista conosce il
passaggio tra il visibile e l’invisibile, il limitare tra sogno e realtà, il confine tra il buio e la
notte. Varcare queste soglie la porta a sublimare albe e tramonti sul mare
(“PINK_SUNSET”, “SANTA MARINELLA”), a colorare barche vuote, che ci invitano a
salire e metterci in viaggio verso l’orizzonte. In un paesaggio da sogno, tra lande
sconfinate nella nebbia, l’autrice fa comparire una abitazione (“VAL D’ORCIA”), come se
al termine di un lungo cammino scorgessimo finalmente la meta. Sul ponte Sant’Angelo a

Roma, le persone scompaiono ed appare la maestà del Castello. Ylenia trasmette,
insomma, un messaggio, in maniera dolce, sensibile, affidandosi alla poesia della
fotografia: bisogna andare oltre le apparenze, cogliere l’attimo della Bellezza quando
arriva, fermarsi a contemplarla, lasciarsi innamorare dalla vita, aprirsi all’Amore: “C’è un
posto nel mondo dove il cuore batte forte, dove rimani senza fiato per quanta emozione
provi; dove il tempo si ferma e non hai più l’età. Quel posto è tra le tue braccia in cui non
invecchia il cuore, mentre la mente non smette mai di sognare” (Alda Merini). Ecco che
vediamo bloccare “L’attimo di Eterno” della Fontana di Trevi o rendere armoniosa la
geometria del colore delle Frecce Tricolori nel cielo azzurro. Ogni foto, al di là della
notevole finezza stilistica e perfezione tecnica, suscita un verso di un poeta, richiama una
citazione di uno scrittore, accende una musica di sottofondo, perché sono immagini vive,
in cui Ylenia ha impresso un po’ di sé. Come frammenti pulsanti della propria esistenza,
sono gocce stillate dalla sua anima. Il fulcro del colore sta nella luce che gli permette di
essere tale e l’artista conosce e coglie tale segreto in ogni fotografia. Questo sembrano
cercare gli alberi in autunno sulle rive del Tevere, gettandosi dagli argini verso il fiume.
L’acqua è un elemento costante e fondante, specchio del cielo e dell’anima, della stessa
materia della pioggia e delle lacrime. La sorgente di quest’incanto sgorga dall’animo di
Ylenia, che è profondamente capace di amare! Ogni lettore che si avvicinerà a queste
opera sarà bagnato da lacrime di emozioni, che lo desteranno dal sonno e lo guideranno
per mano sulla via, che porta ad osservare e contemplare tutto con il cuore! Sarà un
“Illuminarsi di Immenso” come cantava il poeta Ungaretti, un “Vivere a colori” come in
una famosa canzone: “Fotografare è illuminare/Il buio che abbiamo dentro” (Donato Di
Poce).

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