TAINE TONETTO

IL COLORE NELLE VENE

«Sono un’artista perché sento di avere nelle vene i colori e di percepire nelle sensazioni che provo e nei sentimenti che vivo, il colore per ogni situazione! Per ogni mio stato d’animo vedo la sfumatura che contraddistingue quel momento! È bellissimo perché è vero! Una vita a colori. Cosa uso per dipingere? Arte Musica Colore» (Taine Tonetto). La definizione programmatica della sua arte associata al suo splendido nome, d’origine polinesiana, sono già poesia, magia, meraviglia che elevano quest’artista al di sopra dei confini temporali e spaziali della realtà. Prende corpo e anima la magnifica immagine di una pittrice che versa il suo sangue (colore) nella tavolozza e con esso dipinge. È come gettare il cuore “oltre” l’ostacolo e cucirlo carnalmente all’arte: un atto d’amore che genera vita. Le opere, allora, sono intrise dell’anima e del corpo di Taine, che le dona “liberamente” al lettore/osservatore. L’arte diviene vitale, in quanto: da una parte fissa per sempre in eterno l’attimo, dà fisicità e sfogo alle emozioni e ai sentimenti, dall’altra li condivide col mondo. Questo è, anche, un atto eroico perché mettersi a nudo, a cuore aperto, è impresa non da poco: «Il colore è un mezzo per esercitare un influsso diretto sull’Anima. Il colore è il tasto. L’occhio è il martelletto. L’Anima è un pianoforte con molte corde. L’artista è la mano che con questo o quel tasto porta l’anima a vibrare» (Wassily Kandinskij). Ecco che, allora, la raffigurazione di una tigre o di un leone, emergenti dal buio rivestiti dei colori dell’arcobaleno, acquistano un significato profondo e intenso. A riguardo le foto che ci mostrano Taine sorreggere le sue opere, nella natura incontaminata, ne aiutano a comprendere la portata, forniscono la chiave aurea che apre il forziere del tesoro. In una prima fase Taine racchiude nel dipinto ciò che dentro di lei era incontenibile (fissare il MOMENTUM), dopodiché l’opera proprio perché intrisa di vero sangue, emozione e sentimento, continua ad essere viva per sempre nell’arte e galoppa dallo spazio verso l’infinito. La tigre interiore, racchiusa nella tavola (come chiudere l’universo in una scatola), inizia ad esistere veramente e corre liberamente dove vuole. In questo passaggio c’è poi una fase fondamentale, poiché l’opera venendo in contatto con l’osservatore, crea una relazione profonda con la sua mente, col suo cuore e con la sua anima… la tigre che “vola” nella prateria dell’universo è l’animo indomito dell’artista e del suo pubblico! «Il colore soprattutto, forse ancor più del disegno, è una liberazione» (Henri-Emile Matisse). C’è, infine, un rilevante fattore stilistico, che caratterizza, l’arte di Taine: la musicalità. Dichiarata nella affermazione iniziale ed esplicitata nei dipinti che raffigurano due icone come Freddie Mercury e Michael Jackson. Grazie alla doppia azione di un accurato bilanciamento cromatico e della contrapposizione tra colori chiari-scuri, tenui-forti, Taine riesce nell’ulteriore miracolo di rendere le sue opere non solo “vive, pulsanti in movimento” ma addirittura “danzanti sia il pop che il rock”. Il lettore/osservatore che si avvicina a queste immagini ne rimarrà stupito dal movimento, dalla fisicità, dalla voglia di libertà, dal suono musicale che emettono: «We will, we will rock you» (“Queen”). I movimenti di colore, a prima vista astratti, che apparentemente sembrano opere di Kandinskij, non sono altro che i flussi vitali nelle vene di Taine: «Amo i colori, tempi di un anelito inquieto, irrisolvibile, vitale, spiegazione umilissima e sovrana dei cosmici “perché” del mio respiro» (Alda Merini).

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