STEFANO OBERNI

UN’ARTE INNOVATIVA TRA KANDISKIJ E SCANAVINO

«La conoscenza che la geometria cerca è quella dell’eterno.» (Platone)». Il poliedrico artista Stefano Oberni, formatosi nei tradizionali studi artistici ed architettonici, riesce nell’impresa di dire “qualcosa di nuovo” e di farlo con un proprio stile. Definite linee geometriche, infatti, da una parte e indefiniti colori astratti dall’altra, delimitano le sponde di un fiume, dentro al quale scorre forte e viva l’ars di Stefano. Echi di due grandi maestri si sentono all’interno dell’opera: Vasilij Kandiskij ed Emilio Scanavino. L’opera di Stefano Oberni non solo sintetizza e unisce l’essenziale dei due maestri, ma ne ricava una propria timbrica caratteristica e sorprendente. Dal pittore russo Kandiskij, Stefano trae il movimento verso l’alto della propria arte, l’anelito allo spirituale. Un filone che sconfina nei sogni. Opere che varcano le soglie temporali e spaziali, lasciando liberamente vagare la mente e l’anima nell’infinito (“Mondi paralleli”, “Esplosioni”). L’artista passa, allora, dal particolare all’universale: per farlo basta una stagione (“Autunno”), un momento del giorno, un attimo della vita. Stefano pone un asterisco a fianco del MOMENTUM che lo porta (e porta il lettore/osservatore) dal reale all’astratto (“Asterisco”). La caratteristica di questo filone è il colore, che spaziando dal bianco al nero, assume ogni possibile sfumatura cromatica: l’oceano chiuso in una bolla è liberato. «L’arte ci consente di trovare noi stessi e di perdere noi stessi nello stesso momento» (Thomas Merton). Dall’artista italiano Scanavino, invece, Stefano riprende il concetto di “nodo stilizzato” trasformandolo in “linea stilizzata” (“Quadrati”). All’opposto del precedente, tale filone si espande verso il basso ad un tono intimistico, nel mondo interiore. Le tramature vogliono dare il senso del legame che ciascuno di noi ha con il mondo personale che si è creato. Le linee si tramutano, allora, in frequenze, quasi ad indicare quelle del cuore oppure in onde energetiche, poiché ognuno di noi gode di una struttura di mente, cuore e anima, che vibra ad ogni emozione. È magicamente e meravigliosamente questo che Stefano ritrae in “Vibrazioni”, “Riflessioni” e “Scissioni”. Pablo Picasso diceva: «Ci sono pittori che dipingono il sole come una macchia gialla, ma ce ne sono altri che, grazie alla loro arte e intelligenza, trasformano una macchia gialla nel sole», ecco Stefano è capace esattamente di fare così in entrambe le direzioni. L’osservatore che si avvicinerà alla sua opera vedrà, tanto la linea tramutarsi in sogno, colore… quanto il colore trasformarsi in linea, onda, vibrazione! Eppure tra le due rive scorre la vita, l’emozione, il sentimento di un cuore che pulsa e di un’anima che vibra. «L’arte non riproduce ciò che è visibile, ma rende visibile ciò che non sempre lo è» (Paul Klee).

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