MARIA TIZIANA DONDI

LA POESIA È LA STELLA COMETA CHE ILLUMINA LA VIA…

«La poesia è il salvagente/cui mi aggrappo/quando tutto sembra svanire./Quando il mio cuore gronda/per lo strazio delle parole che feriscono, dei silenzi che trascinano verso il precipizio./Quando sono diventato così impenetrabile/che neanche l’aria/riesce a passare» (Khalil Gibran). La poesia è la luce che rischiara quando tutto sembra oscuro e la nebbia avvolge l’esistenza, è la stella cometa che indica la via. Da questa concezione cardine nasce l’arte di Maria Tiziana Dondi: «Piango, ma sono/lacrime brucianti,/lacrime che fanno soffrire/più di prima./Guardo in alto;/voglio che la nebbia si perda…/Voglio vedere una stella/almeno/sulla via» (“Nebbia”). La poetessa possiede due doni speciali: la sensibilità e la visione poetica. Grazie ad essi Tiziana può vedere oltre le apparenze, oltre i confini temporali, spaziali e corporei. Di quest’incanto magico e miracoloso è splendida l’immagine, di un fiume argentato, che ci fornisce la stessa autrice: «Il fiume scorre/sotto la luna…/E sembra racchiudere/quel che la mente/vuole immaginare./Fiume d’argento/mi fai rivivere/gli anni passati…/e i ricordi..». Da una parte queste doti fanno, allora, sgorgare copiosamente e meravigliosamente la sorgente dei versi e dell’arte; dall’altra hanno instaurato nella poetessa un cuore talmente nobile, che di fronte ai sentimenti, ai ricordi, ai sogni, alle situazioni della vita, in esso si generano emozioni immense, spesso incontenibili. L’Amore e il Dolore sono quindi della stessa forte intensità. L’animo si accende, si infiamma e brucia, anche semplicemente ascoltando una canzone che riporta ai sentimenti passato: «Oggi ho sentito per caso/la canzone d’amore di Modugno/che, tanti anni fa,/mi avevi dedicato,/cantandola, a mia insaputa,/sul registratore di casa./Perché, dopo le vacanze,/ascoltandola,/mi ricordassi di te./E ti ho pensato con rimpianto,/mio tenero amore,(amore adolescente»(“Ciao Ciao bambina”). Tiziana coglie l’universo nell’essere stato, nell’essere presente e nel divenire. In questo “unicum” temporale, veste l’abito di compagna di viaggio e di cornice colorata: la Natura. Ecco che, allora, il linguaggio poetico dell’artista è fatto di sole, di acqua, di pioggia, di vento, di neve, di nebbia, di foglie, di tramonti, di albe… perché in fondo il ciclo del giorno e delle stagioni è specchio dell’animo umano, con i suoi momenti di sereno e di tempesta. La stessa forma metrica, con versi che spaziano dagli endecasillabi ai settenari, ricama componimenti altamente musicali, che risultano una dolce melodia e un’eco benigna nella valle, spesso di lacrime, della vita. Di fronte al tramonto: «La giornata sarà lunga/e difficile,/con momenti inquieti, cupi/pur con qualche sprazzo di luce./Un cammino duro e faticoso,/spesso affannoso./Ma poi verrà il tramonto.» (“Verrà il tramonto”) Tiziana, infine, compie l’ultimo grande e magnifico passo dell’essere poetessa, l’atto eroico che dona un senso all’esistenza. Scrivere vuol dire condividere il proprio cuore col lettore, poetare eleva l’autrice in alto al grado di “guida”, come Virgilio nella Divina Commedia di Dante. Tiziana, dopo aver trovato la luce della poesia, si trasforma lei stessa in STELLA POLARE per indicare la via. Il lettore la segue con passione e speranza, come si rincorre la luce di un faro lontano nella burrasca. La poetessa lo condurrà alla meta finale: il porto sicuro dell’Amore, dove si trova la PAX del cuore. «La poesia è un atto di pace» (Pablo Neruda).

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