NADIA ANNA RENZI

POESIE COME STELLE CHE DALLA TERRA ASCENDONO VERSO IL CIELO

«C’è una sola definizione della poesia: l’accoglienza che l’uomo riserva alla vita» (Joë Bousquet).
Questa frase del grande poeta francese Bousquet ben introduce l’opera di Nadia Anna Renzi. Una donna che ha fatto dell’ACCOGLIENZA il suo stile di vita. Da essa nasce la sua poesia, è il meraviglioso pilastro portante di un amore incondizionato e gratuito: «Crudele realtà che ti muove/Abbandono del tuo essere/Pianto che ti strugge e ti porta lontano/Non hai mete né ingenui sogni/La fuga è la tua sola salvezza/Poi l’ignoto/Dove accoglienza e respingimento abitano insieme/Tu sei l’esule il clandestino/Come ciascuno di noi/Un giorno potrebbe essere/Tu sei il nostro Cristo/Laico e religioso/Tu sei il nostro Cristo/E Noi non ti abbiamo riconosciuto» (“TU SEI IL NOSTRO CRISTO”). La poesia programmatica è “IN ALTO…LASSÙ”, dedicata alla piccola Nora, un angelo, che sa volare con la fantasia: «Fai volare la tua Fantasia/In alto sempre più in Alto/Lassù/Dove i tuoi occhi di Bimba non avranno confini/Dove non ci saranno più muri di pianto/Dove le prigioni si dissolveranno/In Alto sempre più in Alto/Lassù/Dove le carezze asciugheranno le tue lacrime/Dove i suoni ed i colori ti culleranno/Dove potrai librarti in pace/Fai volare la tua fantasia/In Alto sempre più in Alto/Lassù» (“IN ALTO…LASSÙ”). La poetessa, allora, decide di collocarsi tra gli ultimi degli ultimi: tra le le bambine migranti che attraversano il mare per salvarsi, tra le piccole farfalle non lasciate libere di librarsi nell’aria, tra i piccoli cuori puri incompresi: «Atterriti spalancati disarmanti/Quasi irreali/Urlo di stupita impotenza/Unica compagna nell’acqua ingannatrice/I tuoi occhi/Preda di abominevoli esseri/Narrano di nefandezza umana» (“I TUOI OCCHI”). Nadia Anna guarda le bambine e dona loro i suoi occhi, la poetessa le ascolta e regala loro la sua voce «L’Alba di questo nuovo giorno ti aspetta/Ora puoi esistere/Voce» (“NUOVA VITA”). Sono versi di riflessione e di denuncia, estremamente commoventi, che sublimano la realtà perché ogni uomo sappia ascoltare delicatamente come Pascoli: la “Voce del fanciullino”. Le poesie di Nadia, allora, intrise dell’universo femminile, sono come “stelle” ed hanno un nome: Nora, Josephine, Camilla, Eloise (la gattina), Livia, la “Canuta bimba”. Esse sono astri che rischiarano la terra e il cielo. La poetessa compie il miracolo e la magia di renderle luminose per sempre e più brillanti di Venere.: «Grandi come fari nella notte/Luminosi Attenti Stupiti/Si posano su ogni dove/Spugne che tutto rapiscono/Incauti si aprono al dolore/Sgorgano lacrime salate/Una carezza lenisce il pianto/Asciuga le piccole gote/Fiduciosi gioiscono ad un sorriso/Occhi di bimba/Grandi come fari nella notte/Luminosi Attenti Stupiti/Velluto che tutto avvolge/Come nuvole/Sopra un cielo di stelle luminose» (“OCCHI DI BIMBA”). Nella notte oscura dell’indifferenza e della paura, è il firmamento, di innocenza, dolcezza bellezza indelebile, creato da Nadia Anna a rischiarare le tenebre: «Il tuo sorriso ora lieve accenno…/Una carezza ti muove/Luce che accende i tuoi occhi…/Canuta bimba senza più età» (“CANUTA BIMBA”). L’opera dell’autrice, allora, non si ferma, evolve in una poesia di speranza. I versi superano la paurosa notte ed arrivano all’alba del nuovo giorno: «Esci/da questo silenzioso buio della Notte/Lamento/Non rimanere sommerso dal fango della Paura/Singhiozzo/L’Alba di questo nuovo giorno ti aspetta/Ora puoi esistere/Voce» (“NUOVA ALBA”). Il lettore che si avvicinerà all’opera di Nadia Anna, dapprima sarà commosso dalla forza dei temi narrati e quindi si troverà anche lui in cammino, in viaggio verso la verità, la libertà, la bellezza. Anche noi dobbiamo chiedere perdono ai piccoli angeli, per non aver saputo ascoltarli, solo ottenendolo da loro, troveremo la pace: «Non ho mai saputo per quanto tempo/Per quanto tempo ci siamo toccati/Il “Prima” è spietato/Manine che si stringono/Come astronauti senza peso/Mi piace immaginare il tuo sorriso…/Resta la mia vita Sola/Metà salva metà strappata/Da sempre in cammino pellegrina/Mi volgo al miraggio di un incontro/Un abbraccio un tenero abbraccio/E sarà sollievo il tuo fraterno perdono» (“IN CAMMINO PELLEGRINA”). La meta è bellissima, l’arrivo è meraviglioso: «Tre cose ci sono rimaste del paradiso le stelle i fiori e i bambini» (Dante Alighieri). Le piccole manine si trasformano in ali e concedono alla poetessa e al lettore di volare assieme felici nell’aria, dominando il mare, come l’Albatros…quello stesso mare oltre il quale vedono i sogni: «Afferrare i momenti tristi/Plasmarli come creta/Farne uscire forme nascoste/Svaniranno le lacrime/E tu potrai accarezzare la Pace/Morbida come nuvola/Potrai volare/Come Albatros/Potrai volare» (“COME ALBATROS”).

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