CARMELA VALENTE

IL COLORE CHE DONA FORMA AI SOGNI E CORPO ALL’ANIMA

Possono esistere sublimi momenti nella vita, nella storia, in cui il tempo si ferma e tutto ciò che c’era prima non conta più. Una folgorazione, un’illuminazione o semplicemente e immensamente l’Amore. Lo sguardo di Dante che vede Beatrice, quello di Petrarca che incontra Laura, la prima volta che Van Gogh prende in mano un pennello. Ebbene esattamente un tale MOMENTUM, cambia la biografia di Carmela Valente e fa sgorgare in lei la sorgente dell’arte. Questo attimo è da lei fissato nel 16/10/1978 alle 14,45, quando la sua musa viene al mondo dal suo grembo: «Nasco artisticamente grazie alla nascita di mia figlia “Io divento terra, tu un piccolo alberello!” Dedico tutto alla mia Musa ispiratrice con Amore» (Carmela Valente). L’amore ricolma di colori la fonte della pittura, che scorre e fluisce come un fiume verso il mare, attraversando un LOCUS AMEN, fatto di prati verdeggianti, alberi, sole e cielo. In questo HUMUS i dipinti di Carmela prendono vita, dolcemente e finemente. Nell’opera programmatica, una donna stesa apre il proprio petto, all’interno del quale si staglia un mondo colorato, che in lontananza mostra le sembianze di un paesino montano (la sorgente). È l’invito al lettore/osservatore alla contemplazione e alla compenetrazione. La natura e i sogni sono elementi fondamentali della pittura di Carmela. Il confine è fissato simbolicamente da un dipinto che mostra un volto gigante di donna, che scruta la luna, disteso e galleggiante su un meraviglioso mare (la foce) blu, con le onde a fargli da chioma. L’autrice gioca tra profondità dell’animo ed esteriorità, tra notte e giorno, tra mare e terra, tra calma e tempesta. Di questi mondi Carmela possiede la chiave e la sua arte li mostra indistintamente. Ecco che allora una immensa rosa blu trafigge e attraversa il corpo statuario di una donna: «Può nascere un fiore nel nostro giardino/che neanche l’inverno potrà mai gelare» (Rino Gaetano). Una serie di magnifici fiori (margherite, rose…), fatto esclusivo, caratteristico e caratterizzante, PRENDONO FORMA DAL COLORE, blu, bianco, rosso…fino a raggiungere una bellezza finita che sfiora l’infinito: «Per me i colori sono degli esseri viventi, degli individui molto evoluti che si integrano con noi e con tutto il mondo. I colori sono i veri abitanti dello spazio» (Y. Klein). La contemplazione, l’occhio pittorico, sono un dono dell’autrice (in un’opera infiniti occhi ci scrutano). Simboleggia ciò l’intenso quadro di una donna che si affaccia alla finestra, prendendo vita dentro e intorno a mille sfumature di blu. Una volta aperta la finestra sull’Immenso, non ci sono più linee di separazione: il cielo è quello reale e quello dei sogni, il corpo rappresentato è sia quello fisico sia “la corporeità” dell’anima: «Lasciami, oh lasciami immergere l’anima nei colori; lasciami ingoiare il tramonto e bere l’arcobaleno» (K. Gibran). Omaggi stilistici a Dalì, De Chirico e Matisse. Dal bianco l’autrice modella una elegante figura femminile che chiude un ombrellone sulla riva. Dal grigio una donna seduta che contempla il cielo. Dal mare, come la Venere di Botticelli, nascono un manichino Dechirichiano sopra un libro/conchiglia o un elegante abito matissiano che ingloba una barca a vela. Non si tratta di surrealismo ma della fisicità dei sogni: «Quando sogna, l’uomo è un gigante che divora le stelle» (Carlos Saavedra Weise). L’osservatore che si addentrerà nell’opera di Carmela, si accorgerà ben presto di avere a che fare con un’artista che ha la speciale e rara facoltà di dare vita al COLORE CHE DONA FORMA AI SOGNI E CORPO ALL’ANIMA.

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