GIUSEPPINA NOVELLI

LA POETESSA COME IL PICCOLO PRINCIPE METTE LE ALI DELLA FANTASIA

Per introdurre l’opera di Giuseppina Novelli, possiamo leggere la poesia programmatica, intitolata “FANTASIA”. In essa l’autrice, dopo un lungo percorso esteriore ed interiore: “Ero lì, seduta sulle mie fantasie,/osservando gli infiniti spazi/ancora da riempire…” (“SPAZI DI VITA”), riecheggia e a suo modo riscrive l’INFINITO di Leopardi. Il “Naufragar m’è dolce in questo mare” diviene il “Volar m’è dolce in quest’aere”, col brillante, sottile e fine richiamo alla poesia del recanatese, fissato nell’attimo in cui la poetessa volando si specchia nel lago, compenetrando e lasciando fluire contemporaneamente i due mondi poetici dell’aria e dell’acqua (Giuseppina e Giacomo): “Volo, lontano/negli spazi infiniti di un cielo/meravigliosamente azzurro./Plano dolcemente sui tetti variopinti/dell’ignoto./Volo, dove?! Non so./Uno sbattere d’ali e mi lascio/cullare dal vento e scopro di essere felice,/di volare lontano da occhi indiscreti;/scruto divertita la mia immagine,/riflessa su specchi d’acqua stagna./Felice apro le ali,/per spiccare il volo più alto che ci sia” (“FANTASIA”). Il tempo e lo spazio della poesia sono INFINITI. Tuttavia il fondamento e la base dell’ars di Giuseppina è la “FANTASIA”, alla quale è riservato il ruolo da protagonista. Essa è una dote di cui la poetessa è ricolma. In prima battuta renderla fondamentale, è seguire tradizionalmente l’indole e la poetica del Fanciullino di Pascoli e il passo evangelico: “Se non ritornerete come fanciulli non entrerete nel Regno dei Cieli” (Matteo 18,1-5). In seconda battuta, è evidente che Giuseppina vola molto oltre questa premessa. La FANTASIA è quel QUID in più, come scrive l’autore del PICCOLO PRINCIPE: “Un ammasso di roccia cessa di essere un mucchio di roccia nel momento in cui un solo uomo la contempla immaginandola, al suo interno, come una cattedrale”(Antoine de Saint-Exupéry). Vale a dire che il mondo visibile e invisibile, è ricamato in versi dalla poetessa, come se fosse una scultura. Non si tratta, però, semplicemente di dare una forma compiuta e sublimare. Giuseppina libera letteralmente nella poesia, ciò che riesce a vedere con la contemplazione, con l’occhio poetico e appunto con la fondamentale FANTASIA: “Ho visto un angelo nel marmo e non l’ho scolpito finché non l’ho liberato” (Michelangelo). La missione dell’autrice è trasmettere ciò al lettore, è un volo per due! Generosamente Giuseppina presta le sue ali a chi legge per volare e sono gli stessi versi ad essere alati e angelici: “Ti ho regalato le ali che gelosamente custodivo/e senza parole ho volato con te./Un salto dalla vetta dei miei sogni proibiti,/brividi risvegliati, ritrovati con lo sfiorarsi/di sguardi inebriati da esplosioni di sensazioni nuove./Precipitare nel vuoto assoluto di piacevoli follie/la ricerca di un semplice contatto… meravigliosa energia,/un vortice di generose emozioni./Sospesi nell’aria, ballando nudi/ricoperti da gocce di pianto felice,/atterrando dolcemente sulla realtà/che come fredda acqua… mi risveglierà!” (“RISVEGLIO”). Con queste premesse si può ora affermare che Giuseppina Novelli, ricalcando le orme del personaggio di Saint-Exupéry, sia una PICCOLA PRINCIPESSA. E allora, grazie alla FANTASIA, la sua poesia, il suo modo di vedere e vivere il mondo produce incanti: “Quando si accendon le stelle./La mia forza son le mani/che accarezzan con dolcezza il domani,/i miei occhi sono il gran cuore che vede,/ama, piange, gioisce per interminabili/e infinite ore!” (“IO E LA MIA FOLLIA”). Le mani dell’autrice possono far germogliare il seme dell’Amore nel cuore, annaffiandolo con le lacrime delle emozioni: “Scavando nel giardino del mio cuore,/arso dolore vi trovai/un seme in tasca avevo/e con fare nervoso lo cercai./Con mani tremanti nella terra/cadere lo lasciai/e con lacrime di gioia lo bagnai…/Giorno e notte vegliai,/finché un mattino di sole/un germoglio d’amore per la vita/io ritrovai” (“GERMOGLI”). Come citava Picasso: “Ci sono pittori che trasformano il sole in una macchia gialla, ma ce ne sono altri che, con l’aiuto della loro arte e intelligenza, trasformano una macchia gialla nel sole”(Pablo Picasso). Allo stesso modo ci sono poeti, come Giuseppina, che trasformano l’inchiostro delle parole in sogni. Vivere con lo stupore, meravigliarsi, saper cogliere la bellezza e l’attimo. Ed è così che Giuseppina riscrive anche il “Mi illumino d’Immenso” di Ungaretti: “Come terra, di verde vita,/io mi vesto!” (“VITA”). Il lettore che si avvicinerà a questi versi, si sentirà trasportato come in una delle più alte vette…con fiducia egli si può affidare a Giuseppina e grazie alla sua arte, lanciarsi e imparare a volare, con quel pizzico di magia, che si chiama FANTASIA: “L’immaginazione ha il volo dell’angelo e del lampo: varca i mari dove noi rischiammo di naufragare, le tenebre in cui si perdettero le nostre illusioni, i pregiudizi in cui fu sommersa la nostra felicità” (Alexandre Dumas).

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