TIZIANA SPARACINO

LA FOTOGRAFA NON FA LE FOTOGRAFIE, SONO LE FOTOGRAFIE CHE FANNO LA FOTOGRAFA

“Il signore cambia casa? – domandò. Sì. Andiamo a fare il giro del mondo. Passepartout, con gli occhi smisuratamente dilatati, le palpebre e i sopraccigli tirati in su, le braccia penzoloni, il corpo afflosciato, presentava in quel momento tutti i sintomi della meraviglia spinta fino allo stupore. Il giro del mondo! – mormorò. In ottanta giorni – completò il signor Fogg. – Perciò non abbiamo un solo istante da perdere. Ma, le valigie? – osò chiedere il servo, il quale dondolava inconsciamente il capo a destra e a sinistra. Niente valigie. Basta un sacco da viaggio” (“Il giro nel mondo in 80 giorni”, J. VERNE). Le parole del viaggio intorno al mondo, più famoso di tutti i tempi, sono le migliori per introdurre l’opera della fotografa Tiziana Sparacino. La macchinetta, una sacca da viaggio e via. Non c’è bisogno di altro perché il mondo è la sua casa! Oltre l’eccellenza tecnica delle foto, l’osservatore che percorre questa galleria troverà un messaggio d’amore: l’uomo e la terra sono meravigliosi nella loro diversità. Dalle sponde di Marsiglia all’Asia, l’Africa, l’Oriente, l’America, il Deserto. La foto da cui partire sono i Voyageurs, i gruppi scultorei di Bruno Catalano che inglobano l’ambiente e scompaiono dentro di esso. Tiziana è contemporaneamente una di loro e Phileas Fogg di Verne. La fotografa diventa un tutt’uno con il luogo che visita. Il mondo ha mille volti, africani, asiatici, europei, ma un solo cuore. La sua anima pulsante sono i bambini e le donne ci dice l’autrice. I ragazzini di colore che corrono felici su una incantata spiaggia bianca verso un mare cristallino, sono l’immagine della gioia: “La vita è bella!” sembrano gridarci. Un’anziana con due bastoni di bambù in mano scruta la sua ombra e sembra pensare: “Anche oggi il sole splende per me, ancora il mio corpo lascia il segno su questa terra, mettiamoci in viaggio”. L’esistenza è un cammino e ogni percorso comincia con un passo, come fa in questa foto la saggia orientale: “Anche un viaggio di mille miglia inizia con un singolo passo” (Lao Tzu). Il messaggio di Tiziana è proprio questo, chi vede è invitato a iniziare un cammino verso l’umanità. È l’inizio del percorso verso l’amore e la pace. Tiziana ce ne mostra alcune tappe: l’uguaglianza, l’aiuto a chi soffre (a riguardo la foto del bambino della discarica è commovente), il saper contemplare la terra e rispettare le diverse culture. Sant’Agostino scriveva: “Il mondo è un libro, e chi non viaggia ne legge solo una pagina”. L’ autrice cerca continuamente di leggerne più pagine possibili. In mezzo alle foto del deserto, sbucano le teste dei presidenti americani sul monte Rushmore. Dal corteo di donne sposa bianche con la rosa rossa in mano, arriviamo a un gruppo di ragazze di colore vestite di bianco che alzano insieme le loro braccia, intorno ad una mano chiara. Da un losco locale orientale prendiamo il passaggio con la scala di traverso sul fondo e nell’uscita sul retro una buffa donna col cappello, che ricorda Mami di Via col Vento, ci attende. Percorsi infiniti. Colori variegati che assemblati insieme danno l’idea di un arcobaleno di pace. Applicando la frase: “Le persone non fanno i viaggi, sono i viaggi che fanno le persone” di John Steinbeck all’arte di Tiziana, potremo dire che: “La fotografa non fa le fotografie, sono le fotografie che fanno la fotografa”. E allora guardiamole, godiamocele, perché sono dei tasselli variopinti di uno stesso mosaico, che alla fine, nel suo insieme, ci mostrerà lei TIZIANA e lui IL MONDO, con uno stesso volto: quello dell’amore per l’uomo, per questa terra e per questa vita!

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