CONSIGLIA CICIA

ALLA RICERCA DELL’AMORE PERDUTO

Per introdurre e capire l’opera della poetessa Consiglia Cicia, citiamo le parole di Fabrizio De André: “Ricordi sbocciavan le viole/con le nostre parole: –Non ci lasceremo mai/mai e poi mai–Vorrei dirti ora le stesse cose/ma come fan presto amore/ad appassir le rose/così per noi” (“Canzone dell’Amore Perduto”, Fabrizio De André). Il punto di partenza nella poesia dell’autrice è la perdita dell’Amore: “I fiori che non colsi sono appassiti,/le parole che non ti dissi le ho dimenticate,/i sogni che non si sono avverati li ho perduti col tramonto laggiù” (“La vita”). Eppure quasi per miracolo un fuoco brucia ancora dentro l’autrice: “Ardere come un roveto che brucia all’infinito…/Innamorarsi e perdersi tra le fiamme di un’incendio d’amore!!!” (“Innamorarsi”). Come un’eroina Consiglia inizia, allora, la marcia per trovare e riprendere ciò che ha perduto: “A la recherche…” dell’Amore perduto. È questa l’idea fondante della sua opera, è il fuoco della poesia che smuove le montagne. Si tratta di un percorso impervio, una vetta apparentemente inespugnabile, ma lei la poetessa non ha timore: “Vivere di desii/camminare sugli argini…./vivere così nelle sabbie mobili/eppure…dormire incurante di sprofondarci dentro attirata dalle paludi/salmastre…Dalle fauci dei coccodrilli, sdraiarsi tra le vipere/eppure….Amo la vita perché devo morire?” (“Sabbie mobili”). Per riuscire nell’impresa Consiglia si è trasformata in vento ed ha attraversato il tempo e lo spazio, andando oltre: “Oltre le rive di un giorno appassito…/ oltre gli orizzonti dei perduti sensi non oso che ritrovare la tua assenza,/Ora che il sentiero è illuminato mi riprendo la mia vita, l’anima e il tramonto…” (“Oltre”). I confini sono stati superati, come un’esule è la stessa autrice a tornare nella patria dell’Amore, da “colei che cerca il ritorno di…” ribalta la situazione in “colei che ritorna…”. E allora i versi iniziano a chiamare e a invocare già solo scorgendo la meta da lontano: “Non pensarmi come ombra che passa…/E poi riluce/come sogno che ti desta…E poi delude./Io sono nella brezza del mare/nell’ombra rossa della sera,/in ogni carezza del vento!/Io vengo da una valle oscura Dove tutto è sofferenza e paura./Io sono nel silenzio nuovo,/evanescente e antico,/io sono nella luce del tuo cuore gelido….Io sono l’amore e tu mi amerai” (“Non pensarmi”). Alda Merini, Pablo Neruda, quanti richiami e citazioni meravigliose nell’opera di Consiglia: “Ma se un giorno mi chiamerai e non risponderò,/vieni correndo da me:/perché di certo avrò bisogno di te” (Gabriel García Márquez). Superato il valico inespugnabile, il sogno irrealizzabile può diventare realtà: “Arrampicandoci sulle cime innevate della coscienza estrema/per i sentieri impervi dell’umana ragione…illudersi ancora/per i sogni che ad uno ad uno/danzanti come farfalle/s’intrecciano….Si librano nell’aria/e poi…s’avverano !!!” (“Sogni”). L’amore è stato ritrovato, ma ora deve essere una sua libera scelta andar via con la poetessa: “Vieni nel cielo sfavilla una stella/l’alma tua si illuminerà…/Vieni nel cielo tramonta una stella/e il desio e il sogno diverran reali/e corpo prenderà quel che ora è un’ombra: Amore!!!” (“Vieni”). Stavolta però è per sempre, una nuova forma d’amarsi nell’Infinito: “La vita che non ho vissuto è ritornata,/l’amore che non ti ho dato si è riacceso e brucia per l’eternità!!!” (“La vita”). L’amore allora è di nuovo fuori e dentro Consiglia: ESISTERE amando ed essendo amata è diventato VIVERE! Tutto ha un senso, non va sprecato nemmeno un attimo di questa nuova Immensità, la poetessa allora spiega le ali e abbraccia l’universo intero: “Vivo in ogni fiore che sboccia al mattino,/in ogni raggio di sole che mi accarezza la pelle,/in ogni alito di vento che mi scompiglia i capelli,/in ogni creatura che mi regala un sorriso,in ogni onda del mare che si ripete tormentosa e il mio spirito si libra leggero e/abbraccia l’universo infinito!!!” (“Vivo”). Il lettore, dunque, può avvicinarsi a questa meravigliosa avventura in versi, di una poetessa che è riuscita a riportare l’amore in vita, andandoselo a riprendere, novella argonauta, come Giasone, ha cercato e trovato il “vello d’oro”, meritandosi la vittoria: “Chi è amato non conosce morte,/perché l’amore è immortalità,/o meglio, è sostanza divina./Chi ama non conosce morte,/perché l’amore fa rinascere la vita/nella divinità” (Emily Dickinson).

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