ANTONIO SANI

LA FINESTRA DEL POETA SULL’IMMENSITÀ

L’opera poetica dell’artista Antonio Sani, si presenta al lettore come una limpida cascata di puri versi, che l’autore trae da quella che chiama “La mia stanza dei ricordi”; essa è il LOCUS dove nasce la sua poesia: “Ho dipinto la mia stanza,/la stanza dei ricordi, /alchimia di colori di altra vita./Ho disegnato una grande finestra,/la mia spoglia esistenza./L’ho aperta con la chiave del tempo,/tutto mi ritorna in una cascata silenziosa./Appaiono visioni all’infinito,/memorie nella nudità delle cose:/emozioni d’infanzia nelle verdi ampiezze…/L’anima ne gioisce /e si esilia tra le aride pietre,/dov’è la solitudine delle stelle alpine/per sfuggire al disfacimento delle ombre./S’attardano i pensieri nel mio cammino perduto,/i ricordi si scontrano,/infrangendosi nella sfiorita esistenza” (” LA MIA STANZA”). È questa la poesia programmatica dell’opera di Antonio, è in questi versi che l’autore condivide con lettore l’incanto dell’ispirazione e della creazione. Si tratta di un posto intimo, situato nel cuore e nella mente. È una stanza con una finestra chiusa, che solo il poeta è in grado di aprire. Una volta spalancata, si apre una visione sull’Infinito, sull’Immenso. Il miracolo di un mondo interiore che riesce a racchiudere l’universo. La magia e l’incanto avvengono attraverso lo strumento del ricordo. Allora, il Topos diventa un Locus Amoenus, come il “Chiare fresche e dolci acque” di Petrarca: “Lento e calmo è l’azzurro ondeggiare,/fievoli ricordi di altalene inebrianti…/Voli d’angeli bianchi, silenziosi gabbiani/cuciono nuvole improvvise…Colorate conchiglie, anime misteriose/si rincorrono nell’oblio del tempo…/Ali di luce scolorano i miei sogni,/muoiono le ombre, tutto si disperde./Risveglio di sole mi coglie/nel mio infinito esistere,/pensieri di spoglie parole” (“ALI DI LUCE”). L’anima e il pensiero volano in questo Infinito ed è allora che il poeta può generare poesia. Antonio diviene un vento che soffia nell’Immensità quanto del tempo, passato presente e futuro, come dello spazio, interiore ed esteriore. È una soave metafora poetica che trasforma il leopardiano “naufragar m’è dolce in questo mare” in “soffiar come vento m’è dolce in quest’aria”. Da leggere, letteralmente tutto d’un fiato il componimento a riguardo: “Vortice inafferrabile nell’oblio/che tutto avvolge intorno,/brezza di pensieri nascosti,/alchimia di desideri effimeri./Essere vento!/Leggerezza nel volo dei sogni,/aliante silenzioso dell’anima,/messaggero di emozioni/nell’abbraccio della poesia./Essere vento!/Cullare aquiloni erranti/nel gioco delle rondini…/Essere vento!Ali di nuvole esauste/sul carro lento del tempo… /Inesorabile canto del silenzio” (“ESSERE VENTO”). I frammenti di vita si uniscono insieme in un brillante mosaico, perché l’uomo si unifica con tutto il suo essere, di quando era bambino: “Triste lontananza l’eco/della fanciullezza ritorna,/silenziosa vince!/Giochi di bimbi scalzi/liberi su prati di fantasia,/il dente tolto con lo spago,/un piccolo soldo il premio./Ricordi di scuola traspaiono:/il lungo andare a piedi,/la maestra pensiero e madre,/bianche lezioni di gesso/alla lavagna, il nero calamaio,/le dispettose macchie d’inchiostro./Rintocchi di quel tempo!/Giaccio su parole d’infanzia!/T’abbraccio, o mia fanciullezza” (“PAROLE D’INFANZIA”). Di quando era ragazzo: “L’umile adolescenza,/cieca di sogni di guerra infame,/i giovanili amori, il primo bacio rubato” (“LA MIA STANZA”); “Vergine primavera di fanciulla vestita,/adolescenza di giovanili amori,/sbocciati nel mutevole pensiero/perduti nel gelo dei ricordi./Risveglia l’odorosa giovinezza,/fiore colorato nel giardino della tristezza/cogli il grido dei dubbi infiniti,/attimi di speranza,/azzurri voli,/silenziosi sentieri di rondini./Gocce di rugiada, leggende di un bambino” (“GOCCE DI PRIMAVERA”). E di quando è diventato uomo. Avviene poi un passaggio importante in questo mondo poetico. Antonio si accorge di non essere solo! L’amore delle persone che lo hanno accompagnato è ancora vivo, in particolare della amata. L’evoluzione è quella di unificarsi con l’Amore, non più Io/Antonio e Tu, ma Noi/Insieme: “Cinquanta e d’oro!/Insieme senza tempo,/poesia del nostro essere,/giovani pensieri dell’incoscienza,/canto gioioso di passioni,../Colorato i grigi giorni di cielo,…/sia linfa per te il mio affetto,/solare primavera del cuore…” (“INSIEME”). Vengono in mente i versi di Pirandello: “E l’amore guardò il tempo e rise”. Dunque, il lettore che si avvicinerà a questa opera poetica, verrà accompagnato da Antonio in questo luogo speciale. Prima passerà per una stanza, poi il poeta come uno scrigno aprirà il passaggio della finestra sull’Infinito. Qui l’Amore sarà vivo per sempre, l’ anima volerà come una brezza e l’uomo sarà veramente e pienamente se stesso. Chi leggerà con gli occhi del cuore, potrà percorrere la stessa via che spiritualmente va verso l’alto: “Nelle immense praterie del tempo, corro,/dove scavato è il solco della memoria,/amati ricordi di remote emozioni./Magica essenza, dove volano i pensieri/nel vento dei sogni…/Ora, nel disperato nulla, ascolto la tua voce./Ora, verso l’alto, la Luce!” (“VERSO L’ALTO”).

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