FRANCO COLANDREA

IL MISSIONARIO DELL’AMORE IMMORTALE

“Mio figlio mi diceva: <>. Me lo ha detto fino al giorno prima di togliersi la vita <>. Aveva 22 anni. Da questo dolore impossibile, dalla decisione di non impazzire è nato il mio amore per la naturopatia…Franco Colandrea, 68 anni, nella sua <> faceva tutt’altro…Oggi ha quattro lauree”. ” (“F. Nicastro”, 8/2/2016). Per introdurre l’uomo e l’artista Franco Colandrea, non si può non partire dalla sua dolorosa biografia. Nulla è più lancinante di perdere un figlio e soprattutto in quel modo. Poeta, naturopata, insegnante di yoga… è diventato un maestro di vita. Oggi aiuta le persone a non soffrire, sia fisicamente che spiritualmente. Tra Eros e Thanatos, Franco ha scelto l’Amore. Vengono in mente le parole di Gandhi: “Vivi come se dovessi morire domani. Impara come se dovessi vivere per sempre”. Questo ha applicato l’autore alla sua vita, che ha cercato di conoscere in ogni suo aspetto. Egli ha allargato la sua sfera del sapere quasi oltre i confini dello scibile. Superate: “Le porte di Ercole, i bastioni di Orione, le correnti gravitazionali”, dalla sapienza acquisita ha tratto una sola conclusione: “Senza Dio sono niente”, che è anche il titolo di un suo libro. Ci troviamo di fronte ad una poesia della vita, dell’amore, della luce. Un grido, un urlo dal profondo dell’abisso e dalla montagna più alta: “L’amore è vita…non può essere morte”. Una frase che è come un vangelo e che Franco, come un missionario, annuncia e diffonde in ogni campo. Prima di affrontare la lettura delle sue poesie è bene considerare una sua riflessione sulla naturopatia: “Un sapere che oggi offro agli altri per aiutarli a guarire dai loro dolori, qualsiasi essi siano, in modo naturale, non chimico, come ho curato il mio” (F. Colandrea). Questa dichiarazione è il programma della sua arte e della sua sapienza. La medicina tradizionale si affida al “farmaco”, parola che deriva dal greco “Pharmakon”, letteralmente significante “veleno”. La naturopatia e l’omeopatia si basano, invece, su due principi fondamentalmente diversi: curare anzitutto la persona e non la malattia, farlo secondo il “sentiero della natura” e col principio “Similia similibus curantur “. Senza entrare troppo nello specifico della disciplina, applichiamo questa concezione all’ars poetica di Franco. Il dolore lo può e lo riesce a curare chi lo ha provato e sperimentato sulla propria pelle. Vale la pena, allora, seguire questo maestro nel suo percorso artistico e spirituale. C’è utile dividerlo in gradini. FASE 1. LA PURIFICAZIONE: “Qualsiasi pratica inizia col drenaggio e la/pulizia del corpo…/perché attraverso la purificazione si è/facilitati nel cogliere il Divino…/Solo dopo aver/eliminato gli strati di/pattume che ci oscura, compresi i problemi/fisici e le illusioni,/saremo pronti per poter avvicinare Dio” (“Il drenaggio purificatore”). FASE 2. IL RESPIRO E LA PRESA DI COSCIENZA DI ESSO. Sentire il proprio respiro, cogliere la presenza della vita, come molte pratiche tipo lo yoga, l’esicasmo e il sufismo insegnano, è un momento fondamentale: “Uno dei concetti fondamentali della nostra/vita è il respiro: Senza respiro non è possibile la vita…” (“Il nostro respiro”). Quando la presa di coscienza del respiro è avvenuta, si verifica l’unificazione tra cervello e vita: “Quando tale campo, così/intimamente collegato al respiro,/si fonde con la nostra mente, possiamo dire di possedere la forza della spiritualità…” (Il nostro respiro”). FASE 3. LA MEDITAZIONE E LA RICERCA. L’uomo purificato, che abbia imparato a respirare, può ora meditare: “Per il meditante non esiste solo un metodo/di meditazione da praticare per sempre…” (“Il meditante). Tramite questa pratica l’uomo può cercare un senso nella propria vita e nell’esistenza. C’è un metodo diverso da applicare per le due ricerche. Nella prima (sulla propria vita), bisogna in un certo modo estraniarsi e guardare quasi da spettatore esterno la nostra esperienza: “La pura essenza della vita non sarà mai/completamente conoscibile/finché non ci poniamo nei suoi confronti come/degli spettatori davanti a un panorama…la cosa importante/è arrivare ad intuire l’idea che il quadro ci trasmette…” (“Davanti al quadro della vita”). Nel secondo caso (sull’esistenza), invece, la ricerca deve passare anche per il mondo esterno a noi, come quello naturale (“Fratello Sole”, “Alberi”). FASE 4. LA SAPIENZA DEL NON POTER CONOSCERE PIENAMENTE. Dopo la ricerca meditativa, l’uomo si rende conto di non poter conoscere definitivamente né tutto, né il senso del tutto: “Ciò che a noi interessa è essere qui ed ora,accettando chi siamo…/Solo gli esseri celesti, forse conoscono….” (“Essere soli”). La stessa anima trascende dalla conoscenza: “Per riuscire a raggiungere l’anima, noi/possiamo tentare con la/meditazione e solo allora ci convinceremo della sua esistenza./Una volta avuto accesso ad essa sia la/mente sia il corpo perdono/significato, perché l’anima trascende i/sensi ed il pensiero…” (“I piani grossolani dell’uomo”). FASE 5. AFFIDARSI A DIO. Giunto alla conclusione di non poter conoscere pienamente, l’uomo (Franco) supera il concetto stesso di sapienza, concludendo che: “Senza Dio sono niente”. Il “Divin Sole” è ciò che dà senso a tutto. La sua luce mostra una vita fatta di cicli. Ad ognuno di essi il saggio (grazie alla Luce) può raggiungere la vetta: “Chi riesce ad approfittare/di raggiungere la vetta di ogni ciclo senza/soccombere è il/più grande di tutti gli uomini saggi” (“Il divino Sole” ). 6 FASE. LA MISSIONE DELL’AMORE. L’uomo (Franco) che ha affrontato questo difficile percorso, che è risalito dagli abissi alla vetta, evolve ulteriormente. Questa sapienza non è solo per sé. Il passo definitivo è quello della missione. Curare il dolore degli altri, insegnare i passi da seguire: la via dell’Amore. Ciò senza arroganza. Non c’è un percorso univoco e prestabilito, perché ogni uomo ha il suo ed è libero di sceglierlo e percorrerlo. Il saggio, però, può indicare la propria esperienza e fornirla da modello nella sua totalità, d’amore e dolore: “I giovani di oggi hanno bisogno di una guida…/che li guidi in questo mondo oscuro di misticismo” (“I giovani”). Non lasciamoci, dunque, sfuggire l’occasione di leggere Franco, un missionario della Vita, una guida che tramite il suo esempio, grazie a Dio, ci insegnerà a trasformare un Amore mortale nell’AMORE IMMORTALE…

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