GabrioVic

LA FIABA DEL MALEVIČ DEL PO

C’era una volta una golena sul Po. Sulla riva del fiume ed il suo argine, un bambino giocava e cresceva tra acqua, sabbia, terra, uccelli, pesci, erba. Osservava lo scorrere delle stagioni. Tutto rimaneva impresso nel suo cuore, sigillato e chiuso in uno scrigno segreto. Il bambino cresceva, diventava padre e poi nonno. Un giorno vide disegnare i suoi nipotini. Improvvisamente i piccoli tratti colorati si assemblarono come un puzzle a forma di chiave ed aprirono il forziere, rimasto chiuso per anni dentro di lui. Seguì un altro incanto: un set di colori per dipingere arrivò come premio di una raccolta a punti. Il mondo interiore ormai era dischiuso e voleva uscire, mancava solo la forma adatta. Nasceva così l’artista GabrioVic. Una biografia fiabesca che spiega come un uomo adulto, da autodidatta, sia riuscito a inserirsi con successo nel filone artistico della Avanguardia Russa. La forma del suprematismo è lo strumento giusto; Malevič diceva: “Per suprematismo intendo la supremazia della sensibilità pura nell’arte. Le apparenze esteriori della natura non offrono alcun interesse; solo la sensibilità è essenziale”. Per il resto è il mondo del fiume a decidere. I colori e i materiali sono naturali, in particolare l’utilizzo della sabbia e della terra. La diversa temperatura per eseguire la tecnica è un richiamo al ciclo delle stagioni. In “Evolution” forme di oggetti simili si espandono su un campo rosa, verde e blu (un animale sulla riva, una pianta sull’erba, un pesce?). In “Raggi di Luna” è in atto una fusione dell’astro col cielo e col fiume. In “Vortice d’acque” sono i colori a creare il movimento nel blu. La produzione di GabrioVic non è statica, si evolve in un astrattismo sensibile quando affronta dualismi esistenziali (Amore e Psiche, Eros e Thanatos). Non è, però, un percorso definitivo, si tratta di arte bidirezionale. Ci sono passaggi intermedi come “Capriccio D’Estate” e “Il Rigido inverno”, dove solo i titoli indirizzano al mondo dell’infanzia. Troviamo sconfinamenti nella paesaggistica come “Andiamo all’altra riva” e “Sogno o Realtà?”. La golena è il “trait d’union”. L’ osservatore, dunque, con questa chiave di lettura può imbarcarsi per il mondo di GabrioVic, pronto a tuffarsi perché è un “Po magico”.

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