Fabio Stancari

Il viaggio dell’eroe di Ravarino

Le poesie di Fabio Stancari ci raccontano in modo raffinato e delicato una profonda sofferenza, un percorso di vita interiore veicolato dalla capacità artistica di simbolizzare il conflitto interiore mediante l’uso di immagini e metafore. Un viaggio omerico dove il nostro eroe combatte la morte di una parte di sé per rinascere nuovamente, ferito ma fortificato, consapevole della propria forza.
Stancari sta cercando se stesso, il fulcro vitale strabordante di emotività e di sentimento che sembra nascondersi in un luogo buio e profondo. È qualcosa di molto piccolo, fiammella di luce viva intrappolata nelle cavità gelide di una miniera di roccia spessa. Stancari cerca la parte “operante”, quella che sa agire, che sa nuotare senza affogare nell’abisso della pazzia; si trova proprio lì, in una cloaca oscura la cui profondità sembra non avere fine: una distanza incolmabile. È una tacita agonia. I turbinii mentali assalgono, strozzano, anestetizzano ogni cosa, serve calore, serve il corpo per tornare a sentire, per riemergere dall’astrazione, serve quella parola magica densa e carnale che apre le porte del cuore. L’amore può questo. Come un “deus ex machina” può aiutare l’animo del poeta a sbocciare, a costruire quella fiducia costante che crei resistenza agli urti delle onde del mare, obliando la paura costante di tornare a naufragare. Il nostro poeta deve salvarsi dai vuoti virtuosismi di un animo solo, senza “carne”, e la penna, l’arte poetica, sembra assistere il nostro autore nel suo viaggio, sublimando l’energia dirompente di quel desiderio in una forma fertile. Mediante i suoi versi facciamo esperienza del vuoto. L’unico modo per salvarsi, ci insegna l’autore, è non affannarsi, non combattere le onde, la vertigine del vuoto, ma lasciarsi guidare da essa, affidarsi al flusso che ti porterà a riva. Adesso il nostro eroe è salvo, ha attraversato il ponte sul vuoto, ha trovato se stesso. Cerca realtà, amore, e la sua poesia veicolerà questo nuovo desiderio nascente verso la ricerca dell’altra parte del tutto, del complemento. Stancari sente il richiamo del mare dell’inconscio, il canto seduttivo delle sirene, ma lo ignora, ora è solido e guarda in alto la traiettoria del sole lucente, luce divina verso cui librarsi in volo, libero. Adesso “cerco parte e faccio arte”.

Premi invio per cercare o ESC per uscire