Dorel Caruso

La poesia che connette

I versi di Dorel Caruso risultano essere brevi frammenti di animo messi su carta quando l’impeto interiore è troppo forte per rimanere muto, per costringersi dentro la gabbia toracica del cuore. È un’esigenza forte quella di Caruso: comunicare, esprimere ciò che ha dentro. Sublimare la propria sofferenza facendo arte. Non sempre è possibile farsi capire, trasmettere la profondità di ciò che naviga impetuoso nell’anima e sentirsi riconosciuti. I suoi versi chiamano per essere visti, guardati, ascoltati, cercano amore e conforto. Ed ecco che la penna diventa la sua migliore amica, il filtro creativo tra sé e il mondo. Caruso ci racconta il suo più intimo viaggio di vita, ci mette in guardia dall’affidarci a quella parte diabolica di noi che, seducendoci, vuole in realtà sabotarci: farsi amare creando dipendenza e devozione. Caruso ci avverte dell’illusione maligna di questi angeli dalle ali tetre: amare ciò che ci fa male non fa che consolidare in noi meccanismi di acuta sofferenza intrappolandoci in labirinti di sangue senza uscita. Non abbiate paura di emanciparvi, ci esorta Caruso, di mettere le ali e volare via verso la libertà, verso un cambiamento interiore che sta solo aspettando di essere accolto. Caruso ci invita a seguire le onde oceaniche, a non temerle ma ad affidarci ad esse, alla loro potenza ed energia rinnovatrice. Caruso conosce la sofferenza, conosce la solitudine a cui un animo sensibile e, per questo, “diverso” dalla superficialità della massa comune, può patire, costretto ad una emarginazione difensiva interiore che allontana dall’amore per il mondo e che, per paura, porta a pitturare di silenzio la tela della propria vita rendendosi ancora più anonimo, anche a se stesso. Il poeta si rivolge a tutti noi infondendo coraggio e cercando amore, quell’amore profondo e redentivo che potrà salvare la nostra anima dalla prigionia delle insicurezze disgreganti, così profondamente umane ma, proprio per questo, fallibili e passibili di trasformazione.

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